Lo so, sono un nostalgico da farmi schifo da solo, mi prendo di sentimento per ogni idiozia anche di un mese prima. Che devo farci… Sensibilità, mancanza di voglia di affrontare realmente il domani? Boh? A volte passati i 30 subentra spesso quella consapevolezza di non aver ancora afferrato bene l’esatta metrica dell’età che uno vive. Hai una nuova casa, una compagna, un auto nella media della dignità piccolo-infido borghese, un lavoro (non particolarmente appagante ma pur sempre un lavoro). Tutto intorno cambia e si rinnova per apparire “trendy” e al passo coi tempi, dalle auto, ai vestiti, dalla musica, agli accessori d’uso quotidiano e con un filo di malinconia ci capita di rimpiangere anche la più banale stronzata che abbiamo avuto per le mani dieci o vent’anni prima. Poi ripensi a qualche simpatico episodio inerente al periodo in cui l’oggetto in questione entrò a far parte della tua vita e ti viene il coccolone, per cosa poi? Per scoprire che eri più giovane, più pirla (forse) e più ingenuo di oggi? Quando do una spolverata ai vinili, mi capitano a volte tra le mani i vecchi 33 giri dei vari “Fivelandia” e i 45 giri delle sigle, che mi catapultano in una macchina del tempo, indietro fino alla metà degli anni ‘80, quando l’ingenuità era realmente la caratteristica abitudinaria del periodo che stavo vivendo.

Forse alcuni giovanissimi che ora leggono non sono a conoscenza di un programma che ha segnato un punto fermo nell’immaginario collettivo, per molti della mia generazione. Non è una vera e propria recensione se vogliamo dirla tutta, ma un omaggio ad un amico dei miei pomeriggi, quando non sempre si usciva per andare al campetto di calcio dell’oratorio e nemmeno al bar ad infilare le 200 lire nel videogioco o a fare degli odisseici giri in bicicletta con i compagni di scuola (mica c’era sempre bel tempo), in lungo e in largo e dal basso all’alto, per chi sta in collina come me, per le arcaiche vie del natìo paesello. Il periodo che rammento in particolare spazia tra il 1984 e il 1990. Una coppia formata da una dolcissima Licia Colò e uno stralunato Paolo Bonolis. In mezzo a loro un grottesco confettone peloso rosa con lunghe orecchie da cocker ed enormi ciglia color ciclamino, che Elio a confronto sembra liscio e candido come l'esterno di un water. Ora scordatevi quel miliardario un po’ paraculo e a volte spocchioso che presenta “Ciao Darwin” e “Il senso della vita” e immaginatevi un giovanotto simpatico poco più che ventenne, con camicia a quadrettoni, capelli mossi, aria apparentemente sfigata e a tratti vile, in una stanza tutta colorata con cubi, pennarelli e quaderni giganti a far da sfondo, chiamato allo sfinimento “Piolo” da quello strampalato cane rosa parlante di nome Uan, caratterizzato da un assurdo timbro di voce in falsetto un po’ rauco. Risultato: "Bim Bum Bam", un programma per bambini, guidato da un formidabile squadra che con intelligenza, ironia e una straordinaria capacità di non cadere mai in imbarazzanti doppi sensi, è stata capace di far da baby sitter a milioni di bambini per più di 10 anni. Nel 1985 avviene il passaggio di testimone tra Licia e la mitica Manu (Manuela Blanchard) cosicché il nuovo trio, in un convincente e alchemico afflato, ci traghetta trionfalmente fino al 1989 senza toppare una stagione. Ora che ci penso Bim Bum Bam iniziò a tenerci compagnia anche alla domenica mattina poco dopo l'arrivo di Manuela. I siparietti erano stupendi: parodie a puntate, da “Piolocky” (“Rocky”) a “Uanatan” (“Johnatan dimensione avventura”, documentario del compianto Ambrogio Fogar), tuonanti incursioni vocali fuori campo della "Signora Regia", alias "Brandolin" (alias uno che stava realmente in regia) che con effetto terremoto della telecamera, chiamavano con veemenza il fantozziano Bonolis, reo di qualche puerile bravata combinata con Uan. Da non dimenticare l’angolo della posta verso la fine della trasmissione, con alcune letterine dei piccoli telespettatori, lette dai conduttori e le divertentissime videosigle girate a Gardaland, con l’orologione del parco puntato alle 4 durante la sigla di apertura e alle 6 durante quella di chiusura. Tutto faceva da cornice alla messa in onda (già attuata da mamma RAI e da alcune piccole emittenti private alla fine degli anni ’70), degli stupendi e storici cartoni animatimade in Japan” che riempirono in quel decennio il nostro scatolone catodico. Ora che ci penso, Bim Bum Bam iniziò a tenerci compagnia anche alla domenica mattina a partire all'incirca poco dopo che subentrò Manuela. Piolo abbandona nel 1990, dopo aver affiancato in quell’ultima sua stagione, altri giovani conduttori (Roberto, Carlo, Debora e Carlotta) e Manu farà comparsate sporadiche in quasi tutte le edizioni. Ricordo ancora alcune onorabili stagioni con il pupazzo Ambrogio, poi ho iniziato anch’io a scemare avendo ormai nel '93 finito le medie. Mi capitava in anni successivi di buttar l’occhio e vedevo anno dopo anno, la snervante invasione di ogni tipo di pubblicità, concorsi a premi fittizi organizzati a squadre per sponsorizzare giochi in scatola, promozioni per parchi divertimento, fino alla inesorabile venuta della tecnologia con la sponsorizzazione degli odiosi SMS a pagamento per ricevere i disegnini cazzata o la frase bimbo-minchia della settimana, autentiche ciofeche per bambini e ragazzini, vittime del becero merchandising delle TV commerciali sempre più avide e macchiavellistiche, ma mi ero pure accorto che il buon Uan e pupazzame vario al seguito, erano spariti da un pezzo. Sarà stato si e no tra il 2000 e il 2005, non voglio raccontare eresie, credo pure che il leggendario logo scritto in basso era già stato tolto e anche gli ormai ex-giovani conduttori, si erano tristemente trasformati in "pseudo-Mastrota" per seguitare ad ingrassare il porcellone Mediaset, che non ha mai più avuto la compiacenza e il buonsenso (ne ha mai avuto da 15 anni a questa parte..?) di rimpiazzare decentemente in quella fascia d'orario, quel glorioso teatrino per i più piccoli.

Da lì capii che di quel magico, spensierato e spassoso intrattenitore pomeridiano dei miei anni ottanta, restava ormai solo un tenero ricordo per dei nostalgici del cazzo come me. Si, lo so che dovrei pensare a farmi un figlio… Ok, ok, lo farò senz‘altro, non appena troverò il senno e una certa stabilità economica. Mi spiace solo che non potrà mai gustarsi uno Yo-Yo e un succo Billy (merendine estinte) davanti a Bim Bum Bam.

Il voto è palesemente per la nostalgia canaglia del mio innocente decennio in questione.

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