E' qualcosa di unico la sequenza della scatola, aperta lentamente, che svela tutto il significato della straziante, poetica e lugubre prigionia di Oh-Dae su. Tutto si svolge in un silenzio struggente, commuovente. E' il Climax, il Nirvana dell'antagonista, Jin. Ma è anche la catarsi dello spettatore, che si rende conto della vera poesia di questa storia.

E' il 1988, e Oh-Dae su  padre e marito, viene rapito mentre sta chiamando sua figlia da una cabina telefonica. Rinchiuso in una cella per 15 anni, senza sapere il perchè, Dae su tenterà più volte il suicidio. Ma  quando viene a sapere dell'omicidio di sua moglie, giura vendetta al suo carceriere. Finalmente, dopo 15 anni, viene rilasciato, e la caccia inizia.

Niente da dire, Park Chan Wook è geniale.

Sequenze splendide, rissa ripresa in due dimensioni (ricordate i vecchi videogiochi a scorrimento orizzontale?), denti strappati e urla strazianti, ma anche poesia e amore. Questo è Old Boy. 

Ridi, e il mondo riderà con te. Piangi e piangerai da solo.

E' la battaglia tra due personalità totalmente differenti. Leone contro gazzella e viceversa. Da furioso vendicatore a docile cane, e non si può che commuoversi. Tanto più ci si avvicina alla fine ci si rende conto che tutto quello che abbiamo visto, viene capovolto e rigirato. E la storia prende un suo significato.  Non più gustoso action-splatter movie, ma poetico inno ad uno dei temi più scomodi che si possano affrontare in una pellicola.

C'è qualcosa di sinstro nel ghigno di Oh-Dae su mentre impugna il martello. E' il suo lato più oscuro, quello vendicativo, che, richiamato come dall'oltretomba, emerge ed esplode. Se da una parte lo soddisfa, paradossalmente lo condannerà alla redenzione e all'isolamento col mondo.

Tutto è dove deve stare. Nulla di eccessivo, o di retorico.

E questo è bellissimo. 

Dolci melodie accompagnano lo spettatore in questo viaggio nell'inferno di ognuno di noi. Nei nostri scheletri nell'armadio. Nei piaceri più nascosti. 

La scatola si apre davanti a noi in tutta la sua inquietante bellezza, e noi non possiamo fare altro che chiedere scusa.  

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