Per chiunque sia un assiduo ascoltatore di certe sonorità ibride, che sia il crossover anni '90 o il progressive rock anni '70, è impossibile non aver notato in quest'ultimo decennio, dopo il declino commerciale del cosidetto "Nu Metal", l'ascesa di un genere, sfociato poi in diversissime correnti, chiamato Metalcore. Unire le sonorità rocciose, breakdown, cori, e i rallentamenti tipici dell'Hardcore con doppia cassa al fulmicotone, assoli vertiginosi e vocals estreme tipiche dell'hard 'n' heavy, sembra essere appunto la tendenza di questo nostro decennio, e la comparsa (e scomparsa!) di decine di gruppi alfieri di questo genere non fa altro che confermare questo fatto.
I Parkway Drive sono uno di quei gruppi che stanno facendo decisamente la differenza, ed assieme ai defunti (per fortuna...) I Killed The Prom Queen sono gli unici artisti Australiani ad aver avuto successo oltreoceano, soprattutto in America, grazie ad un debutto, dopo il demo EP (l'ormai dimenticato "Don't Close Your Eyes), quel "Killing With A Smile" uscito ormai 5 o 6 anni fa, che fece gridare al miracolo per l'attitudine estrema che questo combo di origine hardcore dimostrava, vuoi per la produzione impeccabile di Mr. Metalcore quale Adam D. (leader dei Killswitch Engage e già fautore del successo di As I Lay Dying, All That Remains, Unearth, Underoath, Norma Jean senza contare appunto i suoi KSE...), vuoi per un paio di canzoni che sono immediatamente diventate "anthem" generazionali quali "Romance Is Dead" e "Smoke'em if ya got'em".
Nel 2007, forti del successo e dell'effetto sorpresa di questo loro lavoro, ritornano in studio per registrare il successore, sempre sotto l'egida del produttore del debutto, e durante l'estate dello stesso anno, pubblicano sotto l'influentissima Epitaph Records l'album "Horizons". Scoprendoli per puro caso, mi resi conto che, al contrario di artisti come Killswitch Engage ed As I Lay Dying, che l'originalità del gruppo in se non era tanto nell'approccio al genere, colmo di riferimenti quanto al Metal (In Flames) quanto all'Hardcore (quasi ossessiva è la ricerca del breakdown a tutti i costi), tanto nell'approccio assolutamente oltranzista nelle vocals e nel dare importanza alla melodia soltanto a livello strumentale; insomma dimenticatevi i chorus lagnosi stile Caliban perchè non vi è alcun episodio di questo tipo in ogni canzone del disco. Parlando proprio delle canzoni, se si è fan di questo tipo sonorità, praticamente ogni traccia potrà diventare una "hit", avendo tutte grande gusto nella costruzione delle strutture e anche un non proprio banalissimo approccio armonico, con sporadici ma ispirati cambi di tonalità e assoli decisamente gustosi. Su tutte, spiccano la titletrack "Horizons", forse la canzone migliore del disco, e la monolitca "Five Months", che ritorna alle tematiche amorose del primo disco, senza scadere nel banale ("the hours have become, irritations.. and i find myself reduced to life's imitation"), passando anche per la canzone più celebre dell'album, estratta come primo singolo, ossia la famosissima "Boneyards", che fa incetta di imitazioni su youtube per il suo breakdown ispirato e decisamente brutale.
Un album decisamente pregevole da punto di vista del suono, con un artwork e un packaging notevole, che fa notare subito una maturazione soprattutto dal punto di vista lirico; non più soltanto confessioni rabbiose contro una presunta protagonista femminile (chi non si ricorda il famigerato "so cry me a fucking river bitch" nella sopracitata "romance is dead"...) ma canzoni che abbracciano tematiche più esistenzialiste e filosofiche, se si vuole esagerare. Il Nulla, L'abbandono, la morte, il dubbio, il dolore, queste sono le tematiche che affiorano dalle canzoni, i cui titoli servono a dare ancor più forza ai significati espressi dai testi, che sono apocalittici come nella title track ("embrace our last empty horizon"), disperati e nichilisti come in "idols & anchors" o "feed them to the pigs" ("what will you do when there's nothing left for you to cling to?" oppure "hope is dead buried by regret"), rabbiosi come in "Boneyards" ("these are the sentiments of a cold blooded cynic"), o intrisi di morale come in "Breaking Point" ("we will learn to suffer").
Insomma, un album che si discosta decisamente dalla media delle produzioni odierne, e forse l'album finora più riuscito del gruppo, aspettando il prossimo terzo disco. Per concludere, non si parla di capolavoro ma quasi: "Horizons" non ha la spinta emotiva né l'innovazione di dischi a lui precedenti che ormai, volenti o nolenti, hanno fatto storia, come "Alive Or Just Breathing" dei Killswitch Engage, ma comunque ha la forza di imporsi nello stantio panorama hardcore\metal come uno dei dischi cardine per la generazione odierna assieme a pochi altri, provate a fare un salto ad un qualsiasi Never Say Die! tour oggigiorno e notate quanti ragazzini indossano una loro maglietta: praticamente chiunque vesta attillato e porti piercing ha ascoltato un loro disco.
Elenco tracce testi e video
09 Breaking Point (03:38)
Black plagues, line a fading sky.
A dying world stripped to the bone,
Intoxicated by the madness.
Blood weeps from open wounds.
And still the fires rage,
Consumed, now chaos reigns.
Our pride dissolved,
The rise and fall,
The breaking point,
Burned and crossed.
Lost,
Now immune to all the carnage,
We turn upon ourselves.
Within these times of desperation,
We are the virus that has infected,
To its last.
Nothing is sacred,
Nothing shall be saved,
No one shall be spared the horror,
That has yet to come.
Destroy and discard,
This is all that we know.
Blackened flesh, blistered,
Hangs from skeletal frames
Stalking this arid wasteland,
Our minds immune to change.
The shreds of morality,
Fall by the wayside,
As we are left to ponder,
These black box revelations.
In these days to come,
In this,
Our final hour,
We will witness the true depths to which,
Humanity can sink.
Humanity can sink.
We will learn,
To suffer.
We will learn,
To fail.
And before long,
We will beg for the end.
And still the fires rage,
Consumed, now chaos reigns.
Our pride dissolved,
The rise and fall.
The breaking point,
Burned and crossed
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