“This record is dedicated to you …. But are you listening?”

So poco di Pascal Comelade. So che ha collaborato con PJ Harvey. So che Vinicio Capossela lo ha a lungo corteggiato per avvalersi del suo talento musicale. So che suona strumenti inusuali. So che vive in un piccolo paese sperduto dei Pirenei. So che è un musicista stranissimo, eclettico, forse un po’ matto, di certo affascinante. Punto e basta, non so altro. Tuttavia, questo alone di mistero che lo circonda, questo suo apparente snobismo e disincanto, me lo rendono simpatico. Per questa ragione sono andato alla ricerca dei suoi dischi, ma, mio malgrado, ho scoperto ben presto che non sono facilmente rintracciabili in un normale negozio di cd.

Finora, grazie ad un efficace passaparola, l’unico che mi è capitato tra le mani è questo live registrato fra Lisbona e Barcellona con la “Bel Canto Orquestra” e pubblicato nel 1999 da “Les disques du soleil et de l’Acier”. Come inizio, però, non è niente male. Il disco, infatti, è in verità molto bello e ha corrisposto pienamente le mie attese. La sua bellezza consiste, da una parte, nella leggerezza, originalità e semplicità della musica proposta. Dall’altra parte, nel fatto che vede l’utilizzo di strumenti musicali singolari. Oltre il pianoforte, l’arpa, il mandolino e il sassofono, infatti, l’orchestra utilizza fisarmoniche, chitarre e pianoforti giocattolo. Inoltre, il live mostra la capacità di Comelade di spaziare attraverso una miriade di linguaggi differenti, dal blues alla musica popolare, facendo in modo che la sua musica assomigli a tutto e a niente. I brani sono giocosi, divertenti e ricchi di curiosi déjà vu. Poi ci sono alcune piccole e insolite chicche, “Smoke on the water” dei Deep Purple su tutte. Non ho la più pallida idea di quali siano gli “strumenti” utilizzati per interpretarla, ma ascoltando si percepisce chiaramente lo spasso del pubblico trascinato dalla sana follia musicale di Comelade. Stessa sorte per un altri due celebri brani presenti nel disco: “Honky tonk woman” dei Rolling Stones ed una incantevole versione in stile carillon di “All Tomorrow's Parties” dei Velvet Underground.

In definitiva, Pascal Comelade sa come farsi ascoltare e credo che meriti un posticino nella vostra discoteca.

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