Un'americana a Parigi.

Chiudi gli occhi. La penombra del locale, abitata dai sussurri della gente e dai velluti delle tende, è come un abbraccio.
Chiudi gli occhi, non pensare. Lo speaker annuncia l'atteso ingresso di Patricia, un applauso leggero.
Chiudi gli occhi, non pensare, libera la mente. Uno sguardo al pianoforte, una luce tenue sul palco, fogli in disordine, un silenzio interlocutorio.
Chiudi gli occhi non pensare, libera la mente, lasciati andare. Patricia sfiora i tasti, il concerto comincia e si rilascia immediatamente nell'aria una musica jazz morbida, sensuale e leggera come una foglia trasportata dal vento.
Chiudi gli occhi, non pensare, libera la mente, lasciati andare, fatti catturare dall'immaginazione. "Did you ever think a piano could fall on your head?". No, non l'avrei mai pensato. Le note come una coperta iniziano ad avvolgerti, la chitarra è un ricamo leggero del vuoto.
Chiudi gli occhi non pensare, lascia che questa voce sensuale, carismatica e profonda ti scavi dentro lentamente. Ed è come essere là, a Parigi, nel buio, in mezzo a spirali di fumo e all'aroma del cognac.

Patricia malinconicamente canta "Dansons la gigue". Le parole sono di Paul Verlaine, un tuffo nella poesia, profumo di Francia. Poi il piano impazza, il contrabbasso accelera e le parole mi confondono. Il pubblico applaude e io con lui. Chicago è lontana migliaia di miglia, Patricia si toglie le scarpe, è a casa sua. Le basta avere un pianoforte a coda e un uditorio da affascinare e suggestionare, con canzoni ora impalpabili e malinconiche, ora intense e pungenti, ora frenetiche e pulsanti, sempre notturne. Sussurra, parla, canta, vive. Suggestioni? Che importa. Forse mi basta sapere che non posso fare a meno di musica come questa sensibile, carezzevole, languida, calda, avvolgente, affascinante, capace di trasportarti altrove, imprigionandoti in un senso di libertà interiore, di cui si ha sempre un bisogno insaziabile.

E mentre scrivo, ascolto e immagino, fuori piove e l'acqua si sta lentamente portando via le foglie secche di quest'autunno ormai alle spalle. Ma io ho trovato in questa musica qualcosa capace di consolarmi di questo legittimo furto.

Chiudi gli occhi, non pensare...

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