Tanto tempo fa nella valle di Elah in Palestina un ragazzo armato di una fionda fu mandato dal suo re a combattere il gigante Golia. Conosciamo tutti come è andata, Davide vinse perché seppe dominare la paura centrando il mostro mentre si avvicinava a grandi passi.

Queste sono le granitiche certezze dell'ex sergente dei marines ormai in pensione, Hank Deerfield, e sono le stesse che ha cercato di trasmettere ai due figli, da lui voluti entrambi militari. Ma il più grande è morto dieci anni prima cadendo con il suo elicottero e Max, il minore, è appena scomparso dal campo militare in New Mexico dopo essere tornato con il suo reparto dall'Iraq.

Hank va a cercarlo e durante il viaggio in auto si ferma davanti una scuola a raddrizzare una bandiera a stelle e strisce messa sottosopra da un inserviente salvadoregno. Sul posto conosce l'amara verità: Max è stato fatto a pezzi e poi bruciato prima di essere gettato in un campo incolto e Hank nel dolore pretende che sia fatta piena luce ma si scontra con la incompetenza e l'indifferenza della polizia e con la riservatezza dei militari. Tocca a lui indagare aiutato da una dura ma sensibile detective della polizia locale, con le sue certezze gradualmente minate da quello che scopre, le brutture di una guerra ancora più sporca da quella da lui combattuta in Vietnam, capace di stravolgere l' equilibrio psichico dei giovani soldati immersi in una realtà devastante.

Da sconfiggere ci sono le false piste e i pregiudizi, anche i suoi, che ostacolano la ricerca della verità e alla fine comprende che non era mica giusto che quel ragazzo dovesse per forza affrontare il gigante per dimostrare di non avere paura. Tornando verso casa ripassa vicino quella bandiera e stavolta la issa capovolta.

E' il secondo film di Paul Haggis, già ottimo sceneggiatore, dopo "Crash - Contatto fisico" e non c'è paragone tra la frammentarietà e la ridondanza di quest'ultimo messo a di fronte alla rigorosa asciuttezza di "Nella valle di Elah". Haggis stavolta compie un'operazione diametralmente opposta rifugiandosi in un'atmosfera dai colori uggiosi che avvolge il dramma di un uomo non abituato a convivere con le insicurezze e invece stavolta è chiamato a confrontarsi con il dubbio di ciò che è giusto e ciò che non lo è. Ma soprattutto con la consapevolezza che questa distinzione perde importanza in una realtà assurda come la guerra

Nel ruolo di Hank ancora una volta recitano in modo straordinario le mille rughe del volto di Tommy Lee Jones, mentre la detective Emily è interpretata con grande sensibilità da Charlize Theron, che per la seconda metà del film recita con un cerotto sul naso proprio come Jack Nicholson/Jake Gittes in "Chinatown" di Polanski.

Il mio consiglio è di affrettarsi prima che lo tolgano dagli schermi per far posto ai blockbuster natalizi.

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