Non sarà un caso se i Pearl Jam hanno scelto quattro date nel nostro paese, c'è un rapporto speciale della band col nostro paese che va aldilà delle frasi di circostanza, vedi il botleg di Verona, vedi il rapporto che Eddie Vedder ha sempre avuto coi fans.
2006, prima data del tour italiano a Bologna, PalaMalaguti. Dopo la rituale apertura dei bravi My Morning Jacket che passano sul palco un pò alla velocità della luce lasciando poca incisività, arrivano i nostri "eroi" e nella mente passa di tutto, gli anni chiusi in camera a gridare con lo stereo, ad alta voce "I'm still alive..", a credere alla forza salvifica del rock, al suo sacro fuoco. Eccoli lì, sul palco, sempre loro, sempre gli stessi, puri e crudi. Sono sopravissuti insieme a noi a un mondo che va sempre più verso la pazzia. Ci sono ancora, e questo basta. Parte Eddie con "Elderly Woman..." e sembra venire giù il palazzetto. Eddie ringrazia e si concede alla folla, ringrazia tutti ed è come ritrovare un vecchio amico, una festa una celebrazione, un ritorno "...ritorniamo dopo sei anni e questa è la prima volta a Bologna". Poi si continua con ritmo serrato a pescare un pò nel repertorio dei nostri con una prevalenza di canzoni prese da "Ten" (Alive, Black, Go Home, Even Flow) e le immancabili "Life Wasted", "World Wide Suicide", "Marker in the Sand" tratte dall'ultimo "Pearl Jam". Mike McReady salta come un folletto, in piena forma mentre Stone Gossard rimane più defilato. Matt Cameron è sempre granitico e Jeff Ament è di buona lena. Non si può non voler bene a questi ragazzi che, dopo due encore, salutano un palazzetto quasi strapieno dicendo "molto bene".

Alla prossima ragazzi e grazie di esistere.

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