Il teatro non è pieno, anzi. I Marlene Kuntz del giorno prima sembrano aver risucchiato tutto il pubblico del Parco Ranieri. Ma la serata è ottima per sentire un pò di buona musica all'aria aperta e i Perturbazione non deludono.

"Un Anno In Più" apre il concerto e in un batter d'occhio i più fedeli alla band sono sotto il palco a guardare Tommaso da vicino e a vedere se, come gli album sembrano testimoniare, il gruppo di Rivoli sia un'ottima formazione. L'esito è scontato. "Chiedo alla Polvere" e "Portami Via di Quì Sto Male" (quest'ultima ripresa dai Belle and Sebastian) incantano dal vivo, e "Quattro gocce di blu" fa emozionare tutto il pubblico. L'attacco di "Agosto" ti immerge in un'atmosfera particolare, e sembra quasi che il teatro si sia riempito. In effetti, in quei quattro minuti o poco meno, le voci avevano inondato le gradinate e anche il cantante se ne era accorto, ma senza troppa sorpresa, consapevole di quali emozioni quelle note, e quelle parole potevano suscitare. “In Circolo” e “Pianissimo Fortissimo” sono gli album più richiesti.

Tra grida, profumo di birra e qualche risata passano veloci “Leggere Parole”, una delle canzoni più intense dell’ultimo lavoro, "Battiti per minuto" e “Mi Piacerebbe” che fa ballare i più vicini al palco. "La rosa dei 20" non è più -una canzone che non sai cantare-, come dice il testo, ma diventa la canzone che vuoi cantare scandendo il ritmo con tutto il resto del gruppo. Tommaso si diverte, beve, parla timidamente tra una canzone e l’altra, e allora capisci che la distanza tra lui e te è praticamente zero. Te ne accorgi ancor di più quando dopo aver chiuso il concerto con “Qualcuno si dimentica” torna sul palco e ti canta “Per te che non ho conosciuto” a pochi centimetri, mentre ti fissa negli occhi. Dopo aver fatto “Se Mi Scrivi” i Perturbazione si accorgono che è tardi, uno della security li guarda e gli dice: “Ragazzi, son le una” ma loro sembrano quasi supplicarlo e giurano di fare l’ultima. “Il Senso della Vita” chiude tutto il concerto e ti accorgi che dietro di te c’erano rimasti solamente quattro gatti. Ma che importa? Sai di esserti divertito, di aver cantato e di aver sentito buona musica.

Mentre te ne vai c’è Tommaso che dalle quinte scende, fa due foto con te e quattro chiacchiere, e a questo punto, mentre ti parla , capisci veramente che per fare buona musica non c’è bisogno di grandi nomi, bastano due chitarre, una batteria, un basso, un violoncello e un po’ di poesia…

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