Il mistero quale parte inscindibile delle cose della Vita, l'esaltazione della Natura nel rapporto con l'Uomo, la società inglese agli inizi del ‘900, l'Amore nel suo aspetto sublime. Questi i temi magnificamente trattati in "Picnic ad Hanging Rock", opera tra le prime di Peter Weir ("L'Attimo Fuggente", "The Truman Show").

Un film dal ritmo sapientemente blando e dal sapore intenso, di immagini soffuse, sostenuto da una stupenda quanto appropriata colonna sonora.

Nel dominio inglese dell'Australia del 1900, il giorno di S. Valentino, le allieve dell'aristocratico collegio femminile Appleyard, dopo essersi scambiate biglietti d'amore e d'amicizia, si recano in gita con alcune insegnanti ad Hanging Rock, un rilievo di rocce vulcaniche dalla natura incontaminata e dal profilo inquietante.

Miranda, dolcissima carismatica e sensuale ragazza, ed altre tre compagne lasciano il gruppo per esplorarne la sommità nelle calde ore del dopo pranzo, ammaliate dal richiamo della natura e dell'ignoto. A mezzogiorno in punto era accaduto uno strano fenomeno che aveva bloccato le lancette degli orologi. Anche una insegnante le segue poco dopo, mossa da un impulso irresistibile. Scompaiono nel nulla, ne ritorna solo una in stato confusionale. Nei giorni successivi si svolgono intense ma infruttuose le ricerche della polizia. Michael, giovane aristocratico inglese ed il suo domestico tuttofare presenti il giorno della scomparsa ed affascinati dal leggero incedere e dai volti angelici delle fanciulle, si prodigano in una generosa e faticosa ricerca premiata però col ritrovamento di una sola delle ragazze. Delle altre non si saprà più niente.

Lasciando intendere un po' furbescamente, senza mai ammetterlo esplicitamente, che la storia sia tratta da un fatto realmente accaduto, Peter Weir tesse un film dove espone vari aspetti: la società classista e la sua ignobiltà (l'aristocratico Michael che nella ricerca delle ragazze comincia a comprendere quanto siano insulse le differenze di classe solidarizzando col domestico); l'Amore puro (di Sara, allieva introversa e meno abbiente, nei confronti di Miranda), l'insensibilità umana (nel trattamento riservato a Sara dalla direttrice del collegio); l'avidità umana (il collegio a seguito di quanto accaduto va in malora, le famiglie ritirano le figlie, la direttrice si dispera per l'imminente fallimento molto di più che per la scomparsa di quelle giovani vite).

Il tutto ambientato in uno scenario ben ricostruito dell'epoca, con una storia ben diretta e ben interpretata. Di rilievo l'intercalare di originali primi piani di piccoli animali ripresi nelle loro consuetudini od il ronzio di insetti a volte unico suono della scena, a risaltare l'autorevole presenza della Natura. Di effetto anche i primi piani flou di Miranda, semplice e bella cui "le margherite sono i fiori che le piacciono di più". Ancora uno spazio per richiamare la colonna sonora, bellissima nel tema principale a flauto e notevole nella parte a pianoforte che accompagna l'affannosa ricerca delle ragazze da parte del signorotto e del suo domestico (una delle scene che preferisco).

Procuratevi il film, spegnete le luci e immergetevi in questa atmosfera vittoriana, al limite del reale, lasciandovi trascinare dal fascino dolce e sensuale di Miranda che una volta ha detto, con una saggezza pari alla sua eterea bellezza:

"C'è un tempo e un luogo giusto perché qualsiasi cosa abbia un principio e una fine".

Regia di Peter Weir

Australia 1975

Miranda: Anne-Louise Lambert

La Direttrice: Rachel Roberts

Michael: Dominic Guard

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