Se amate gli inseguimenti fra poliziotti e malviventi del miglior cinema americano,  allora non potete perdervi il prototipo, l'inimitabile, celebre "chase" sulle strade di San Francisco del tenente Frank Bullitt - Steve McQueen sulla mitica Ford Mustang nel film culto "Bullitt" del 1968.

A dirigere troviamo Peter Yates, che al suo esordio negli USA, incontra McQueen e realizza il suo capolavoro: un thriller ad alta tensione, di quelli che ti fanno respirare, di liberazione, solo alla fine. Il merito va appunto alla regia ma anche e sopratutto al montaggio da oscar (letteralmente) di Frank P.Miller. E ovviamente alla grande interpretazione di Steve Mc Queen.

Frank è un tipo "bipolare": fallito e orgoglioso, ostinato e allo stesso tempo sfiduciato, ligio alle regole ma anche capace di infrangerle e ancora malinconico e aperto alla speranza. Molti dubbi, pochissime parole: insomma, un uomo. E, come tenente della squadra omicidi, l'opposto del poliziotto "tutto chiacchiere e distintivo" detestato da uno dei mafiosi più celebri del cinema. Accanto a McQueen recitano attori che diventeranno delle star: l'infaticabile Robert Vaughan, nel ruolo del disinvolto politico californiano Walter Chalmers; il futuro premio oscar Robert Duvall qui è soltanto il tassista Weissberg. Ma c'è anche una splendida Jacqueline Bisset di 24 anni, bellezza da impazzire, futura icona di raffinata, luminosa bellezza. Ma è McQueen a svettare: lo sguardo malinconico, il maglione dolce vita, l'impermeabile, la perenne sigaretta, le pistole allacciate sotto le braccia. Insomma siamo nel mito: se amate il genere, fatelo vostro. 

"Bullitt" non vi deluderà.

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