The sinner è una serie tv crime che prende spunto dall'omonimo libro della scrittrice tedesca Petra Hammesfahr.

Detto ciò, cercando di non spoilerare troppo, punterei in primis nell'inutile elogio della protagonista della prima stagione, nonchè produttrice esecutiva, Jessica Biel! C'è poco e anche troppo da dire sulla magistrale interpretazione di questa ex sorella di quel gran quantitativo di figli del reverendo Eric Camden nella serie anni 90 "seven heaven"... ne ha fatto di strada da allora e, in The Sinner, appare in tutta la sua spavalda maturità. Da manuale gli sguardi, le movenze e l'esaltazione di uno stato catatonico che a molti non può riuscire. Le espressioni, le occhiaie, i capelli, quella sana perversione della piccola provincia americana tutta impressa nel fisico, emaciato per il ruolo, della Biel!

C'è questa donna, una tipica insoddisfatta moglie e madre, che ad un certo punto, ragazzi, sbarella, ma non come potrebbe far chiunque sotto un minimo di stress, va letteralmente fuori di cervello nel momento in cui sente una canzone e... diventa un'assassina. Fino a qui tutto bene, se non fosse che, da questo drammatico e, credetemi, sanguinoso evento, si ramifica, in otto splendide puntate, un thriller crudo e psicologico che tiene incollati alla maledetta poltrona!

Entra in scena un altro personaggio dalle mille "sfaccettature": il detective Harry Ambrose, che altro non è che il mitico Bill Pulman, che come dice anche il suo cognome, entra di prepotenza nella storia proprio come un autobus lanciato a tutta forza sulla folla, e lo fa con una serie di turbe mentali che una task force di psicologi non basterebbe!

Cosa fa Ambrose? Devasta un caso che sembra già risolto (con non buona pace dei superiori) e inizia a scavare a mani nude e "dita schiacciate" nella mente della povera Cora Tannetti (la Biel), fino a scartavetrarle quasi il cervello, ma sempre con un unico scopo: capire il movente e, diciamolo, comprendere paranoie altrui per comprendere le proprie.

Non credo sia necessario fare un'analisi degli altri personaggi che, se pur importantissimi, sono una splendida cornice al quadro che questi due attori formano assieme nell'evolversi del dramma.

Una fotografia che si mantiente serenamente inquietante, paesaggi che ricordano sempre quanto alcuni boschi statunitensi possano puzzare di cadavere e, dulcis in fundo, una colonna sonora che ti resta in testa che non basterebbero 10 sbronze di fila per levarsela di dosso.

C'è anche una seconda stagione che non ha nulla da invidiare alla prima. Una storia diversa ma pur sempre intima e favolosamente angosciante. Attendo la terza, nella speranza di poche delusioni.

Buona visione e non mettete la canzone come suoneria, perchè quella ce l'ho già io!

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