Alla terza prova da solista, Piero Pelù ricomincia ad intravedere la luce; non mancano gli episodi poco riusciti, ma non si arriva mai ai livelli di bruttezza degli album precedenti.
Le canzoni si snodano tra un rock melodico ma non banale, ed elettronica, ma più discreta rispetto all'album "U.D.S", che non soffoca le canzoni.
Anche Pelù riesce a cantare meglio, certo non ringhia più come un tempo, ma almeno riesce a trovare un'apprezzabile sobrietà.
I singoli "Prendimi così" e "Dea Musica" sono anche tra i brani migliori, soprattutto quest'ultima che per un attimo sembra riportare ai fasti di un tempo (ricorda molto le atmosfere dark-spagnoleggianti di "17 Re", mentre le liriche riecheggiano il brano "La musica fa" dall'album "Spirito").
Nel disco viene anche proposta una cover, dal disco già citato "17 Re", "Re del silenzio" rispetto alla versione originale, in brano si trasforma in una ballata atmosferica, ma risulta lo stesso abbastanza efficace. Infine il pezzo migliore dell'album, l'ottima ballata psichedelica "Anche a piedi" scritta con Gianni Maroccolo(e si sente) caratterizzata da una bella coda strumentale, molto evocativa.
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