Scott Kannberg e Stephen Malkmus, per chi non li conoscesse, erano anima e corpo di Pavement, voce e chitarra di uno dei gruppi più influenti dei decenni 80/90. I due nonostante la loro creatura primaria si sia sciolta ormai da qualche anno, continuano ugualmente a far parlare di sé con alcuni progetti solisti, che conservano le inclinazioni musicali dei rispettivi titolari.
Oggi Scott è alla testa di una nuova interessante formazione, i Preston School of Industry appunto, giunti con il recentissimo “Monsoon” ( fine Febbraio 2004, Domino Recording ) alla seconda prova. I Preston School of Industry riflettono a pieno quello che Scott rappresentava all’interno dei Pavement, quindi l’anima più pop ed incline al melodico del gruppo, al contrario dello spirito più stravagante e obliquo incarnato da Stephen.
La parabola della band è attualmente in forte ascesa, se nell’ esordio ( “All This Sound Gas” 2001 ) si sentiva ancora un forte legame con il gruppo di provenienza di Scott, il nuovo lavoro appare come un opera più indipendente. Ben focalizzato da una creatività estremamente prolifica, il disco risulta più organico, compatto ed eterogeneo del suo predecessore; il quale probabilmente raccoglieva anche alcune canzoni dei Pavement mai pubblicate.
Il risultato è ottimo, dodici canzoni ben assortite di ballate elettroacustiche, canzoni pop, folk e alt.country. A dominare è una profonda e positiva aria di cambiamento. Scott si sente professionalmente rinato. Non a caso in copertina è rappresentato sì un temporale, ma visto dall’ esterno, lo spettatore ne è al di fuori, e anzi, dalla sua posizione si scorgono i primi raggi di sole. La rinascita musicale di Scott coincide temporalmente, e probabilmente ne è influenzata, con il suo trasloco dalla Califorina alla più torbida, climaticamente e non, Seattle.
Non mancano infine, ad impreziosire il disco, ospiti illustri, quali i Wilco al completo e Scott McCaughey dei Minus 5. Gruppi, questi due, oggi onnipresenti quando si parla di alt.country e un buon disco di questo genere oggi non può quasi prescindere dalla loro presenza. Imperdibile per gli amanti dell’ indie rock americano!
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