Dopo gli ultimi album, che potremmo considerare gentili, Prurient torna ai nostri ristrettissimi timpani.

E lo fa prendendo le distanze dai tutto sommato gentili ultimi album, regalandoci un lavoro molto Harsh, molto Noise, poco interessante. Un ritorno alle origini, forse anche più pesante dei suoi vecchi tape.

Le quattro traccie, dalla media lunghezza (anche meno di venti minuti) denotano a mio parere scarso impegno. A parte l'evidente beffa della distribuzione in formato flac, Ecstasy Slave ha ben pochi motivi per farsi ascoltare. I muri di rumor bianco non fanno più paura a nessuno. Molto meglio la prima parte di Ketamine Slave, abbastanza movimentata (nella fine del pezzo troverete anche una nota).

Vicodin Slave è l'episodio migliore, con parti veramente graffianti, ma troppo diluite. Infine il peggio che potete trovare nell'Harsh: Cocaine Slave (bei titoli che dite?): una traccia che non voglio nemmeno perdere tempo a illustrare.

Che la -relativa- fama che Prurient ha guadagnato negli ultimi album gli abbia già dato alla testa? Nel dubbio, qui si è già sentito tutto.

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