Sotto uno spesso strato lavico c'è kiwiland. In una cavità nascosta dal mondo, la caverna d'un pacifico artigiano, dedito a fabbricare cristalli di luce spessa come neve che feriscono pupille.
Nel rallentato mondo isolato echeggia a distanza il fruscio stridente di corde tese che aprono a perdifiato su landscape marini, fatti per gente ben coperta, addestrata alla procella.

Pumice è l'artista del momento. "Peebles", di conseguenza, i sassolini per segnarsi la via di casa che man mano si avvicina, come nel sogno, si fa più rotonda e percepibile. E allora per ritrovare la strada parte in quarta "Eyebath", erutta, schizza, esplode come un vulcano, distortamente, ritmicamente, per strappi, giù sull'accelleratore. Poi una serie di sussulti per capriole nel deserto di niente; sinfonie per giochi invernali, rintocchi, rintuzzi, ceppi nel camino. La Nuova Zelanda come cuore di tenebra da accarezzare e "Stopover" che si ferma e riparte, sbrana con dolcezza tutto il lo-fi modaiolo made in Usa.

"Northland" l'inno nazionale dei ragazzi pallidi, fa sgommate nel vento. "Spike/Spear" è un feedback che frulla altri nordismi, sommersi dall'onestà bianco assoluto dell'amico Pumice. E così ci si sente parte della sua mitologia quasi onanistica come del desiderio di fare tutto da soli; siamo là tra punte di ukulele e qualcosa che assomiglia ad un fiato, tastiera, flicorno: "Both Beast". Siamo quasi a casa.
Il nostro viaggio al termine del deserto bianco finisce nell'ultima traccia, surplus di stile, rilassatezza tra braccia di fata. E le ragazze di qui hanno un'altra pelle, area liscia dal candore cherubino di notti eterne e aurore boreali. Tutto si capisce in "Pipi", il capolavoro dell'intera piece: moviola oppioide che scende sulle gambe bianche, accarezza i lombi bassi, solletica, tocca e fugge; potrebbe essere la canzone d'amore dell'inverno alle spalle, senza voce per cantare: quel pianoforte a note come fiocchi leggeri, piume di cigno; il frastuono è fuori, fuori l'immensità. Il sentimento è dentro, tra le coltri intiepidite da un corpo di ragazza da baciare, guardando il niente. E il giorno, appena iniziato, è già finito.
Capolavoro.

Carico i commenti...  con calma