Il loro terzo album (96/99/02) vi avvolgerà al tramonto dentro una pregiatissima coperta di kashmir che cercherete di mantenere sempre più stretta perché i suoni vi porteranno in alto in luoghi freddi e desolati: voi “…and the surrounding mountains”… Le montagne circostanti abbracceranno dolcemente e docilmente il vostro ambito familiare: ci sarai tu con tuo padre, le tue sorelle, i tuoi zii e naturalmente tua madre… l’abbraccio tenero e trasognato sarà però intriso di dolori e tristezze… i pianti affioreranno qua e là con un semplice assolo di chitarra che vi stringerà il cuore o con poche note di piano che vi faranno lacrimare… è la famiglia con le sue pene e le sue gioie…

E i suoni?? Qualcuno ascoltando l’album porterà subito il pensiero alla mucca dei Pink Floyd o alle leggerezze di Brian Wilson o Neil Young… Potrà sembrare il compitino del bravo bimbo che ha imparato dai maestri… Ma non sarà il retrogusto di un vino oramai svanito… Si srotoleranno man mano i dodici pezzi estremamente soffici e carezzevoli: ogni brano sarà ripreso nel successivo, ogni suono amplificherà lo stesso sogno, la stessa ossessione… Le chitarre stratificheranno il suono con semplicissime tastiere e voci delicate… Se dicessi indie-rock-slow-core, probabilmente nessuno ne avrebbe a male… Sarà come davanti ad un paesaggistico acquarello dai colori opachi e crepuscolari che vi ipnotizzerà con lineari pennellate quasi psichedeliche…

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