Jaco Pastorius è il tipico esempio di genialità e follia ben shakerate insieme. Ma non era fuori a tal punto da pubblicare una raccolta di tutti i suoi momenti solisti live! Già, perchè "Honestly Solo Live" è una raccolta postuma di tutti gli showcase solistici che Jaco fece nel tour del 1986 con Bireli Lagrene, lo stesso immortalato da quel bel dischettino che è "Live In Italy". Insomma, poco più di un'ora di solo Jaco, esclusivamente basso per più di un' ora. E voi direte: "Sarà anche Pastorius, ma che palle!"

Errore madornale: trattasi infatti di classico esemplare di disco bellissimo. Ehi, fermi tutti, non aspettatevi certo le strutturate composizioni dei Weather Report né la carica jazz-funk degli album solisti. Questo non è Jaco solista, questo è Jaco in solitaria. Uno dei più grandi musicisti del novecento alle prese solo con se stesso, a colloquio con se stesso sotto i nostri occhi, pardon orecchie. Neanche a dirlo, Pastorius fa sfoggio di tutta la sua abilità tecnica, fra armonici, accordi, distorti e loop, cascate torrenziali di note contro struggenti melodie, momenti ritmici contro altri, appunto, più melodici. Ma non c'è esibizionismo, come si potrebbe facilmente pensare. Mai viene suonata anche solo una nota per ostentare il proprio talento, niente è fine a se stesso, tutto è regolato da tanta classe, tanta anima. Oltre a brani a sua firma (come "Continuum" per esempio), sono molte le citazioni di brani famosi (alcuni anche ripetuti più volte durante tutto il disco), tra cui le "Purple Haze" e "Third Stone From The Sun" di hendrixiana memoria, "Blackbird" dei Beatles (già interpretata in maniera strabiliante su quel capolavoro di "Word Of Mouth"), "The Star Spangled Banner" che già Hendrix (uno fra i miti di Pastorius) aveva reinterpretato entrando nella leggenda e che Jaco esegue con un potente distorto quasi a ricollegarsi, idealmente, al suo idolo.

Per gli amanti di Jaco Pastorius questo è un disco da ascoltare senza timori di sorta, per gli altri magari rimarrà un po' difficile da digerire, ma, datemi retta, è solo un blocco psicologico perchè l'album merita, e molto. Fidatevi, non lo dico con banale retorica: in questo disco, ancor più che negli altri, Jaco Pastorius ci mostra il centro pulsante del suo sound, ci mostra il cuore della sua musica, il perchè è così bella e affascinante. E lo fa semplicemente, onestamente.


  • TheJargonKing
    25 mag 10
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    prometto che ci provo.
  • kosmogabri
    25 mag 10
    Recensione: Opera:
    madonna, io ce l'ho questo disco (cd), dove cazzo è? roba archeologica, lo devo cercare in qualche scatolone. Buona proposta che vedo non cagata molto, evvabé...
  • polkatulk88
    25 mag 10
    Recensione: Opera:
    io farei tecnicamente parte di quella frangia di cui sopra all'altezza della quinta riga! bando ai pregiudizi il modo ideale di affrontare questo disco penso sarebbe ascoltarlo presentato da un amico magari con lui...da solo la vedo piu dura!
  • polkatulk88
    25 mag 10
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    un ultima considerazione,sai bene come va la questione delle visite a una recensione,frutto di variabili casuali anche se spesso prevedibili...
  • Shò
    25 mag 10
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    Jaco non sarà mai noioso. Forse eccessivo, testardo a volte, ma mai noioso. E sto disco me lo cerco.
  • antoniodeste
    28 mag 10
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    Ero a un paio di metri da Jaco nell'86 ei suoi occhi erano liquidi dal troppo bere. Già nell'82 con Delmar Brown e Kenwood Dennard i problemi bipolari inficiarono pesantemente la riuscita del suo tour e si parlava più dei suoi "tiri" che dei suoi suoni. Il Jaco che avevo visto con Zawinul nell'80, nel "Night Passage" tour non c'era più. Non so come sia un disco dei suoi assoli, ma Jaco merita e meriterà sempre una seconda occasione. Bravo ligdijs, o come diavolo ti chiami.
  • ligdjs
    28 mag 10
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    antoniodeste è ufficialmente la persona che invidio più al mondo
  • antoniodeste
    28 mag 10
    Recensione: Opera:
    Troppo, troppo buono Ligdjs. Non merito tanto, davvero. Viva Jaco.

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