Congetturale colonna sonora di un episodio atroce della storia moderna che nessun film riuscirà a mostrare, "La Nueva España" descrive la conquista del Messico e lo sterminio degli Aztechi da parte degli spagnoli guidati dal comandante Hernàn Cortés, colui che, come scrisse Lope de Vega, "diede a Dio infinite anime". Il punto di vista con cui è stata composta la suite, eseguita dalla National Symphony Orchestra of Ukraine diretta da Takuo Yuasa,  è -ci segnala lo stesso Ferrero - quello di una cinepresa che "può mostrare, con diverse gradazioni di partecipazione emotiva, una scena da lontano o da vicino, fino alla cosiddetta soggettiva, in cui si vede una scena con gli occhi di un personaggio".    

Presagios esprime l'inquietudine, ben testimoniata in alcune loro cronache, degli aztechi che, già anni prima dell'arrivo degli spagnoli, avevano interpretato diversi eventi catastrofici (incendi, inondazioni, terremoti) come, appunto, presagi di una sciagura di dimensioni abissali. Alle percussioni  è affidata l'introduzione di un tema marziale che si sviluppa arricchendosi di linee ritmiche e melodiche sempre sorprendenti .

Approdato nei pressi di Veracruz il comandante Cortés fa bruciare le navi per evitare ai suoi stessi uomini di fuggire. Il dolente motivo di Memoria del Fuego ci fa calare nei panni di uno qualunque dei cinquecento soldati spagnoli e ci fa rivivere quelle che presumibilmente dovettero essere quel giorno la sua ansia e la sua desolazione all'idea di un possibile non ritorno.

Nella Ruta de Cortés le numerose trasformazioni del tema (un cui cenno è presente in tutti gli altri pezzi della suite) dipingono delle sequenze in campo lungo. Dalla costa gli Spagnoli si mettono in marcia e, dopo aver valicato montagne impervie ed  essersi scontrati con le tribù locali, giungono alla valle del Messico. Il bellissimo crescendo con cui si chiude il terzo poema sinfonico illustra la visione dall'alto dell'attuale Paso de Cortés della valle e della favolosa città azteca che ad un testimone oculare, Bernal Dìaz, apparve "come cosa mai udita, né sognata".

El Encuentro, uno dei pezzi in assoluto più suggestivi, è dedicato all'incontro di Cortés con Montezuma. Ferrero rappresenta splendidamente il complesso cerimoniale con una musica solenne e mai involgarita da semplici esotismi nella quale ritroviamo alcuni spunti melodici presenti in Presagios.

Approfittando delle celebrazioni al principale dio azteco gli spagnoli massacrano oltre ventimila uomini ed espugnano la città. Nel primo movimento di La Matanza del Templo Mayor  si ha una ripresa aggressiva del tema di Memoria del Fuego come se il massacro dei nativi fosse - come scrive Ferrero- "la disperata conseguenza psicologica dell'incendio delle navi". Il frequente utilizzo in questo quinto poema sinfonico di voci soliste che si staccano dall'orchestra permette l'avvicendarsi di diversi punti di vista (soggettive degli spagnoli e degli aztechi e visione oggettiva del massacro) sino alla conclusiva marcia funebre .   

La Noche Triste è quella dopo la carneficina. Gli spagnoli vengono temporaneamente respinti dagli aztechi e molti di loro affogano sotto il peso dell'oro che cercano di portare con sé. Si tratta però di una riscossa per gli aztechi che avrà breve durata, la ripresa di alcuni motivi presenti in Presagios indica che presto sarà la fine della loro civiltà.

Come l'adozione dei linguaggio neo-tonale (di cui Ferrero è uno dei massimi esponenti) si configura come una scelta di segno del tutto opposto a quella delle tendenze seriali che perseguono invece una disgregazione delle strutture tradizionali, così ci sembra di scorgere un principio ordinativo anche nella volontà da parte di Ferrero di disporre sapientemente i temi conferendo così alla suite una forma unitaria. Si ha anche l' impressione ascoltando questa suite che le possibilità di narrazione che ha la sola musica possano essere estese soprattutto ora che la nostra sensibilità è stata mutata dal cinema e dai media. Forse la musica può raccontare più e meglio di una telecamera e forse persino più di un libro, se, beninteso, escludiamo la Divina Commedia.

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