"Cleaner". Opera interessante questa, diretta dallo statunitense Renny Harlin, ma mai uscita in Italia. Un film ambiguo che non segue un genere definito ma che sfocia in continuazione in sfumature diverse, allontanandosi prepotentemente dai tipici thriller metropolitani degli ultimi anni.
Un ex poliziotto (Samuel L. Jackson) si dedica alla pulizia di scene del crimine fino a quando lavora in una casa in cui non è stato denunciato nessun omicido. La polizia è così indirizzata a vedere la figura del "cleaner" come l'autore dell'omicidio ed egli da parte sua dovrà dimostrare il contrario.
A partire dal cast viene spontaneo chiedersi come un film con il già citato Jackson, Ed Harris, Eva Mendes e Robert Forster non sia stato proiettato nelle nostre sale. Ma non è tanto per gli attori che questa scelta risulta strana ma quanto per lo stesso valore della pellicola. Cleaner ha infatti il pregio di portare sul grande schermo una problematica tipica degli ultimi anni: lo stress causato dal lavoro. La vita è diventate più frenetica, il lavoro è sempre più importante ed è così che la maggior parte delle volte quando si torna a casa la sera neanche l'amore di una figlia riesce a risollevare lo stress di una giornata lavorativa. Tanto più che in questo caso il lavoro che svolge Tom, il protagonista, non è certo dei più divertenti. L'occupazione in molti casi, troppi, è diventato più importante degli affetti. La giovane Rose, figlia di Tom, che ha perso la madre non comprende più il comportamento del padre, troppo preso nei suoi impegni lavorativi.
I temi di fondo del lungometraggio sono interessanti, ma soprattutto attuali, legati al nuovo modo di intendere la vita. Quello che non convince dell'opera di Harlin è l'appiattimento su sfondo drammatico che si respira a metà del film e che va a spezzare la tensione ottimamente creata nei primi minuti. Inoltre Cleaner non convince appieno causa un ritmo lento e fin troppo "ragionato" che fa capire in anticipo allo spettatore cosà succedera.
Di positivo ci sono invece le prove del trio protagonista Jackson, Harris, Mendes e un'atmosfera opaca che esalta i contorni della città in cui si svolge la vicenda. Inoltre va detto che Harlin si risolleva da un periodo più che buio nella sua carriera, visti i due precedenti e orrendi L'esorcista - La genesi e The covenant.
Un film che parte bene e perde credibilità con il proseguo per risollevarsi infine negli ultimi minuti. Un'opera che poteva essere ma che non è stata.
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