Quando si parla di Cult, spesso il termine è usato in maniera troppo semplicistica, e associato a prodotti che non meritano tale appellativo.

Parlando di televisione, sono gli  anni 97-98 quelli che hanno visto i natali di alcune tra le serie che potevano (e possono tuttora) davvero fregiarsi a tutti gli effetti di tale titolo, e anche se è doveroso ammettere che in generale la qualità dei prodotti televisivi è ormai altissima e supera di gran lunga la qualità della maggior parte delle produzioni cinematografiche, è oppurtuno notare come ogni prodotto successivo debba molto ai suoi precedessori.

Comunque in quei due anni naquero pezzi da 90 del calibro di Sex and the City, Buffy the Vampire Slayers, Will & Grace e naturalmente Ally McBeal. Premettendo che cercherò di recensire anche gli altri tre, nonchè i nuovi gioiellini che hanno fatto capolino sui nostri teleschermi a partire dal 2000, devo dire che sono orgoglioso di poter recensire per primo il serial dell'avvocatessa per eccellenza.

Già, Ally McBeal altro non è che una giovane avvocatessa, che dopo essersi licenziata dal precedente studio legale in seguito ad alcune molestie da parte di un socio anziano, si trova ingaggiata presso lo studio Cage & Fish, fondato dal suo compagno di college Richard Fish. ll primo problema che la nostra si trova ad affrontare nel suo nuovo posto di lavoro è il fatto che in quegli stessi uffici ci sia Billy Thomas, il primo e unico vero amore di Ally, mai dimenticato, che l'aveva mollata per andare a studiare legge lontano da lei. Alla sorpresa si aggiunge la mostruosa scoperta che Billy è sposato con una bellissima avvocatessa, Georgia. Da lì in poi si snoderanno una serie di intrecci amorosi, equivoci e situazioni che porteranno a mettere a dura prova l'equilibrio interno di questo triangolo. 

Se fin qui vi è sembrato che stessi parlando di qualcosa vicino a Beautiful, vi sbagliate di grosso! Lo studio Cage & Fish infatti, è praticamente il luogo dove sembra si riuniscano tutte le persone più svitate che Boston possa annoverare tra i suoi cittadini! I due fondatori, per esempio sono dei veri idoli. Richard è un misogino malato di sesso, feticista delle rughe del collo (!?!?!?!?) e affarista senza scrupoli, perdipiù completamente privo di ogni minima informazione legata al concetto di legge (insomma si può tranquillamente credere che la laurea se la sia comprata). Parla sempre a sproposito, e quando dico sempre intendo SEMPRE, e spara perle di saggezza a raffica ("Quale persona passerebbe l'equivalente di due anni a truccarsi la faccia, a strapparsi le sopracciglia, a farsi riempire il seno di silicone da un dottore? C'è un nome per questo tipo di persona: donna. Fa tutte queste cose perchè piacciono agli uomini. Non parlarmi di uguaglianza e non dirmi che non sono disabili" "Il pene non dimentica mai" "Uomini e donne: frizione. Frizione, frizione, frizione, orgasmo. Non c'è altro."). John Cage è invece un genio legale ma ha l'aspetto di un ometto buffo, per di più affetto da un numero impressionante di tic e manie che lui utilizza a suo vantaggio in tribunale! (Interrompe gli avversari  fischiando aria dal naso, o balbettando ad alta voce, prepara le arringhe camminando a piedi nudi sulla moquette, ha un telecomando a distanza per far scaricare il prorio wc prima che lui arrivi, allena ranocchie ma soprattutto RIESCE A FARE SESSO SOLO BALLANDO BARRY WHITE PRIMA DELL'AMPLESSO!!). Infine ad aggiungersi allo strampalato organico dello studio c'è Elaine,la segretaria ninfomane di Ally, malata di fama e successo, egocentrica e inventrice strampalata. Più avanti nell'arco della serie si aggiungeranno tutta una schiera di altri personaggi notevoli e tutti perfettamente caratterizzati. 

Questo strampalato gruppo di personaggi (controbilanciati da personaggi più normali come Georgia, Billy o Renee, la coinquilina di Ally) non sono altro che i perfetti comprimari di una protagonista tutt'altro che convenzionale. Ally è nevrotica, impaziente, incosciente, perennemente alla ricerca del vero amore (sono morto dal ridere quando grida "obiezione!!" in aula mentre la SUA CLIENTE afferma che non crede più nell'amore), forte di un codice morale tutto suo e che si trova a affrontare le situazioni più assurde e i casi legali più strampalati. Ma risulta anche essere una persona vera e sincera, piena di buoni sentimenti, di sogni e di splendidi ideali.

Abbandonando il plot e parlando di struttura narrativa, la cosa incredibile è che Ally McBeal non è nemmeno una sitcom, come la descrizione dei personaggi e delle situazioni farebbe sembrare. Se infatti i risvolti sentimentali e le situazioni equivoche nonchè i drammi, i tormenti e le riconciliazioni facciano pensare a strutture vicine alla soap opera e gli innumerevoli sketch e situazioni demenziali (tra cui i pensieri della protagonista che si materializzano sullo schermo portando alla visione di una Ally intenta in un amplesso all'interno di una tazza di caffè, o all'inseguimento di un bambino immaginario che la tormenta ballandole di fronte, o lo srotolarsi delle lingue di fronte a possibili prede sessuali o ancora la musica che risuona improvvisamente nei momenti meno oppurtuni) possano far pensare ad una variante di Friends, analizzando più in fondo questo prodotto ci si rende conto che non ci troviamo di fronte nè all'uno nè all'altro am ad un prodotto davvero atipico dove ogni elemento ha un suo perchè, come lo sdrammatizzare la pesantezza di alcuni argomenti e a questo proposito va segnalato come spesso il drammatico sia dietro l'angolo, con episodi che provocano sgomento, riflessioni importantissime, domande esistenziali (tragica la puntata dove un bimbo malato di cancro chiede ad Ally di fare causa a Dio per la sua malattia).

Il modo in cui Ally evolve all'interno della serie e con lei tutti i personaggi che vivono le sue vicissitudini, è un raro esempio di vera sensibilità, come raramente se ne vede in tv o al cinema. La crescita di Ally, i suoi dolori e le sue gioie sono talmente psicoanalizzati (anche attraverso la figura della stessa analista, un'altra pazza da legare, che spara teoria a raffica più o meno condivisibili) che non possono che essere riconducibili a noi, e ci accrescono e ci preparano a situazioni analoghe o asociabili e spesso il confine tra giusto e sbagliato o  tra il dovere e i sentimenti non è così netto come può sembrare. La Psicologia di tutti è talmente curata e sfaccettata in ogni più piccola parte che si sviluppa un meccanismo empatico che porta ad voler davvero bene a questi personaggi. Nel momento in cui la magia si interrompe, se ne vuole ancora, e si sente la mancanza di queste "persone". Un meccanismo simile, riconducibile a tutti i telefilm citati all'inizio è ciò che amio avviso distingue l'ottimo o eccellente prodotto dal cult. Il catapultare chi guarda in un altro  contesto e scavare negli animi provocando riflessioni o emozioni è quello che il buon cinema o l'arte in genere ha sempre cercato di fare.

Purtroppo a partire dalla quarta stagione anche questa serie ha subito dei netti cali di qualità, complice purtroppo il continuo cambio di cast dalla terza stagione in poi, che non permetteva di affezionarsi a situazioni e personaggi. e che porta ad un finale bello per carità, ma che risulta assemblato per dare una conclusione senza avere delle vere idee dietro. Inoltre l'introduzioni di alcuni personaggi risulta addirittura discutibile, se non fastidiosa, ma nulla impedisce comunque a questo telefilm di essere eccezionale anche nelle sue ultime puntate.

In definitiva uno dei migliori pezzi di storia del panorama televisivo. Consigliato oltre ogni misura.

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