Allora, Feynman era un cazzo di genio! La mia affermazione può sembrare scontata dato che ha vinto un premio Nobel in fisica, ma lui era veramente geniale! 
Per cosa ha vinto il Nobel? Ve lo dico io; per la QED (l'elettrodinamica quantistica) il punto di arrivo della meccanica quantistica: la teoria che funziona! Il vanto dei fisici del '900. Il modello standard e la QCD (la teoria della fisica delle particelle) glielo possono tranquillamente baciare alla QED! (A proposito, un nuovo esperimento al Gran Sasso, con precisione maggiore di quella che aveva OPERA pare abbia rilevato che questi beneamati neutrini la velocità della luce non la superino)

Feynman non sarà stato il genio astratto alla Dirac o alla Gödel (non dico Einstein perchè la sua linguaccia ormai è più overrated di uno che vuole andare a fare il punkarruso a Londra) però era sicuramente una di quelle menti che senza sforzo riescono ad avere il quadro completo della situazione, a capire il nocciolo dei problemi.
Feynman era molto umano, un figaccione, uno che amava ridere e che stava bene in mezzo alla gente: a chi volesse studiare fisica consiglierei lui come modello da seguire.
Feynman amava passare lunghi periodi di tempo a Las Vegas (e non per il gioco d'azzardo), era uno che ingaggiava accese discussioni di fisica con l'imbiachino che incontrava al bar, uno che per passatempo traduceva i geroglifici Maya e constatava che la traduzione ufficiale era cannata.
Feynman era uno che sapeva spiegare la fisica, che si prendeva a cuore i problemi, uno che ha partecipato al progetto Manhattan e poi è stato esonerato dal servizio militare per problemi mentali.
Feynman suonava i bonghi, vinceva concorsi musicali in Brasile, odiava i palloni gonfiati.

Insomma, il libro in questione è pieno di aneddoti divertenti sulla sua vita (si ride di gusto credetemi) ma la cosa per cui vale la pena leggerlo è che permette di farsi un'idea su cosa veramente sia il significato di "pensare in modo intelligente". Esemplare è il discorso di Feynman a riguardo del così detto "cargo cult": senza stare a dire di cosa si tratta (leggetevi il libro!!) posso però affermare che questo è il nocciolo dell'intera questione.
Posso affermare senza timore di essere smentito (sono arrogante lo so) che il modo migliore che l'uomo ha trovato per organizzare il proprio pensiero è quello scientifico (quante volte una teoria ha previsto eventi che non ci saremmo mai sognati di immaginare e che poi sono stati osservati!): bene, il nostro scienziato preferito però non prende molto sul serio tutta questa storia della scienza. Insomma, la ama è ovvio, la rispetta, ma ripetutamente ci insegna a guardare le cose per cosa sono in realtà, a capire a cosa la "teoria" si riferisce, a tornare con i piedi sulla Terra. Ci esorta a una conoscenza diversa da quella universitaria che purtroppo molto spesso non consiste in null'altro che nell'imparare a memoria un sacco di dati e nozioni ma non ci insegna a collegarle tra loro... a guardarli dall'alto.

Le discussioni di Feynman con i rabbini e con i "letterati" poi sono da applausi: niente contro queste categorie ovvio, però a volte la razza umana dovrebbe imparare a farsi meno seghe mentali. La cultura è utilitaristica, l'arte va usata (per crescere ovvio) e così il sapere in generale. Bando all'adulazione dei sapienti, all'adulazione dei concetti, all'adulazione delle parole. Chi si ferma a questo penso che non faccia altro che grattare la corteccia: porca vacca, Dante non consisterà solo nelle rime incatenate delle sue terzine vero?

Avrei potuto organizzare il mio pensiero in maniera più scientifica forse, però scriverlo di getto manifesta in maniera più vivace la spinta emotiva che innesca la conoscenza di questo uomo. Una mente così paurosamente geniale e un uomo così immensamente umano fanno commuovere (un altro bel soggetto di questo tipo, con un cervello ancora più paurosamente geniale di Feynman, è John von Neumann).

E alla fine che fosse un genio o no non importa più a nessuno.

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