Mettiamo le cose in chiaro sin da subito, ovvero che, nonostante l'assonanza, questo "Elephantmen" non ha nulla a che spartire con il film-capolavoro di Lynch. O forse si. Partiamo dal principio. Stando ai vari fumettari sparsi su internet, "Elephantmen", che negli USA viene ormai pubblicato da anni, è da roba per carbonari o quasi. Un successo minimo, ristretto ad un contesto praticamente underground, in un frangente in cui, da quelle parti, il fumetto parrebbe comunque godere di una certa vitalità. Roba per pochi eletti, insomma. Ma di che parla?

Nato dalla fantasia di Richard Starkings, coadiuvato di volta in volta da ottimi disegnatori, il fumettone in questione è ambientato in un futuro talmente distopico da essere quasi futuribile. Nel Duemiladuecentoepassa la Terra viene da una gigantesca guerra tra Africa e Cina che ha avuto come campo di battaglia l'Europa (e ti pareva..). Ruolo di primo piano durante il conflitto lo avevano appunto ricoperto gli Elephantmen, creature di laboratorio nate dall'unione di geni umani ed animali, autentiche macchine per uccidere figlie della multinazionale Mappo. Finita la guerra e processato il loro creatore, apparentemente il classico scienziato pazzo ma in realtà una figura degna di una ben più profonda analisi, le Nazioni Unite ordinano l'integrazione in società di questi reduci molto particolari. Una sorta di mix tra "Taxi Driver" e "Tartarughe Ninja"? Più o meno. Quasi sempre costretti ai lavori più umili ed autentici emarginati, questi ex esperimenti di laboratorio sono due volte esclusi: esclusi in quanto eterno monumento ad una guerra che nessuno si vuole più ricordare ed esclusi per il loro aspetto bizzarro se non mostruoso. Ecco quindi bestie di tre metri con sembianze di giraffe, elefanti, ippopotami di volta in volta servirvi alla pompa del gas, al bar, fare il lavoro sporco. Isolati e guardati a vista, tollerati ma mai realmente accettati, tra di loro ci sono alcuni dei personaggi principali di questo lunghissimo racconto corale, ovvero Hip Flask ed Ebony Hide, due agenti al servizio di una non meglio specificata Agenzia investigativa. La loro vicenda personale si andrà pian piano ad intrecciare a quella di Obadiah Horn, Elephantmen di successo e di potere, praticamente l'unico della sua gente ad avercela realmente fatta ed ad essere arrivato in cima alla scala sociale. Gli affari di Horn, però, fin subito non risultano essere troppo limpidi e le indagini di Flask e Hide si fanno sempre più lunghe e rischiose.

"Elephantmen" presenta una struttura narrativa estremamente intricata, con ogni numero dell'edizione originale americana che presenta più sotto-episodi, che spesso potrebbero apparire scollegati tra loro se non addirittura dal resto della serie o autoconclusivi, il cui scopo a volte è anche solo quello di poter approfondire la personalità di un dato personaggio o di poterne introdurre di nuovi, con una trama che si sviluppa lentissimamente in più direzioni, coinvolgendo di volta in volta un numero di figure sempre maggiore. Ecco quindi, accanto ai vari Hip e Hyde, apparire tassiste che sembrano appena uscite da un paginone di Playboy o bracconieri del XXIII secolo, con l'azione che di volta in volta si sposta tra gli USA, l'Africa e l'Europa, con flashback continui che rendono l'intero racconto tanto affascinante quando intricato e complesso. Caratterizzato da una veste grafica estremamente varia e ricercata, anche grazie alla partecipazione di più disegnatori per ogni albo, tra cui l'ottimo Moritat, le tavole spaziano da disegni estremamente realistici e cupi ad altri coloratissimi e dal tono cartoonesco, il che, evidentemente, se da una parte rende ogni tomo estremamente vario, dall'altra forse lo fa risultare fin troppo imprevedibile per il lettore medio, relegando quindi la serie ad un giro ben preciso di pochi appassionati. Panini da ormai un annetto sta pubblicando i vari albi in Italia, tra l'altro utilizzando una numerazioni alquanto particolare, ovvero 1A, 1B, 2A e così via, che, francamente non risulta troppo chiaro ed intuitiva.

Il prezzo relativamente non bassissimo dei singoli albi, tredici euro circa, potrebbe non risultare troppo allentante, soprattutto per chi non ha ben troppo chiaro cosa aspettarsi da una serie del genere, ma va detto che "Elephantmen" merita davvero, anche solo per l'ottima vesta grafica, davvero una gioia per gli occhi, oltre che naturalmente per l'accattivante trama. I vari episodi infatti si prestano a più livelli di lettura, andando dal puro intrattenimento fino ad affrontare temi più complessi come quelli dell'isolamento, dell'emarginazione e dei "limiti morali" della scienza. Di sicuro un fumetto non facile, potrebbe capitarvi in un più di un'occasione, una volta finito un albo, di chiedervi cosa abbiate effettivamente letto, vista la lentezza con cui si sviluppa la storia, ma dall'altra parte è indiscutibile la cura riposta nei particolari, elemento non da poco, che rende i vari personaggi estremamente sfaccettati. Paradossalmente proprio questi elementi, che apparentemente potrebbero rappresentare un limite, giocano a favore di "Elephantmen", contribuendo a creare un fumetto maturo ed adulto, pensato per un pubblico di lettori che, oltre alla mera azione, che comunque non manca, da peso anche alla complessità dei personaggi e delle varie situazioni presenti, che contribuiscono quindi ad un racconto di fantascienza appassionante ed originale. Meritevole.

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