Recensione I

Un grande, incredibile ritorno.

O, meglio, non lo sappiamo. Perché in tutti questi anni qualcosa magari l'hanno anche fatto, ma è un dato che nulla sia arrivato al pubblico. Si riferiva di loro apparizioni in qualche revival piazzaiolo molto eighties, con gente come me (un bel po' over trenta) che s'emozionava e saltellava. Ma nulla su disco. Allora, negli ottanta, allietarono le nostre serate estive con "Vamos A La Playa" e con "No Tengo Dinero". Poi riuscirono ad immalinconirci con la contemporanea fine dell'estate e forse della nostra vera giovinezza -quella bella, cretina, assoluta?- con "L'Estate Sta Finendo", piccolo capolavoro che per molti versi potrebbe esser considerato un ottimo condensato riassuntivo degli ottanta. Poi ritornarono, poco dopo, con "Innamoratissimo" (...in preda ad uno spasimo?), altra perla. Poi, praticamente, il nulla. La musica elettronica, lo spagnoleggiamento estivo, la cretineria consapevole e, in un certo senso, un pre-kemp (trash consapevole e voluto) li dobbiamo anche a loro. Sono stati precursori, non si può negare.

Ora ritornano, o ci provano, con "La Musica Electronica", ovvero un manifesto sin dal titolo. Si riappropriano di quel che è loro e di quello che la storia della musica pop gli ha riservato. Un po' come quando Macca ha ripreso i Beatles o la Formula 3 Battisti. C'è chi ha diritto di fare certe cose e chi no. I Righeira, questo diritto, ovvero quello di riesumare lo spagnoleggiamento estivo ed elettronicissimo, ce l'hanno. E sembra persino, per un lungo momento, di ritornare giovani, belli, cretini e assoluti. Aspettiamo l'album con infinita libidine.

Recensione II

Una cazzata. Ma una cazzata di quelle che non riuscite neppure ad immaginare. Se non l'avete sentito andate subito a scaricarvelo e fatevene un'idea. Roba da matti. Questi qui, probabilmente invecchiati e con molte esperienze (?) alle spalle, ritornano a fare gli spiaggiferi estivi e spagnoleggianti. E partono per tempo, essendo pieno inverno. L'unico dubbio che rimane ascoltando l'inammissibile testo e la straordinaria capacità di farsi il verso, è se si tratti di trash, di kemp o di falso d'autore. Trash: sarebbe meglio definirlo un fulgido e (quasi) inedito esempio di "auto-trash", dal momento che i due trashano se stessi. Però farsi il verso ha dei limiti. Emulare se stessi, fallendo miseramente, è peccato mortale. Kemp: questo li salverebbe. Se fosse come "Fuga Da L. A.", che era un remake prendiperilculo di "Fuga da N. Y." con stessi regista e attore, allora ci saremmo. Prendersi per il culo, magari facendo anche qualche soldino, è sintomo d'intelligenza o, quantomeno, di grande furbizia. Falso D'Autore: teoria dietrologica. Non sono loro, ma due ragazzi goliardi che in cantina, col tastierone, han deciso di prendere per il culo l'intero Paese (opera non certo difficile). Questa teoria (benchè molto probabilmente del tutto priva di fondamento) sarebbe veramente entusiasmante. Certo, c'è qualcosa di geriatrico e funereo in questa operazione/canzone, che tenta invano di riesumare il cadavere degli ottanta che, comunque la si pensi (e io ne penso un gran bene) è morto e sepolto ed esclusivamente opera per filologi. Aspettiamo l'album con infinito terrore. Fate voi.

Elenco e tracce

01   La Musica Electronica (00:00)

02   Futurista (00:00)

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