Il romanzo d'esordio di Risk Hallberg Garth, " Città in fiamme", mi ha impegnato per un paio di settimane di lettura serrata , data la sua mole (quasi 1000 pagine) . Come succede spesso a romanzi di queste dimensioni, l'approccio al cuore del racconto è lento , c'è un susseguirsi di microstorie che si inseguono , si sviluppano ed evolvono , dando l'impressione di essere scollegate tra loro .L'unica cosa che hanno in comune è lo sfondo ,la scena che le ospita : una Manhattan grigia, sotterranea, piena di personaggi in lotta con sé stessi ed il mondo che li circonda, ma vitali, rabbiosi nella loro ricerca di un modo per esistere.Poi, con lo svilupparsi degli eventi , le piccole singolarità allargano il loro campo d'azione ed entrano in contatto o in collisione tra loro ...a tratti durante la lettura ,ho avuto l'impressione di essere risucchiato in un vortice ,in una continua accelerazione verso il punto centrale ,verso la risoluzione di tutti i nodi della trama .Le pagine finali , come la quiete dopo la tempesta, sono liriche e toccanti, quasi inaspettate,vorrei dire, quasi avulse dalla durezza del libro....La trama ? Potrei raccontarvi di un colpo di pistola nel capodanno newyorkese ,di una ragazza che rimane a terra , delle sue amicizie, amori proibiti e di tutto ciò che gira attorno al suo vegetare in una stanza d'ospedale mentre ,fuori, un poliziotto poliomielitico e quasi in pensione, cerca di mettere insieme i pezzi di una mosaico che sembra senza senso....potrei,dicevo....ma quello che rende speciale questo romanzo ,sono proprio le vicende personali , gli sviluppi e le conseguenze nella vita dei personaggi che ruotano attorno a Samantha ...e la New York meravigliosa e terribile degli anni '70

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