Prendete la solita e stra-abusata storia dell'horror. Un bel giovane sta viaggiando in un bosco, quando a causa di un incidente rimane intrappolato nella vegetazione insieme ad altri malcapitati trovati sul luogo. Aggiungeteci i soliti e stra-abusati cannibali, e il gioco è fatto. O quasi...
Questo horror datato 2003 e diretto da uno sconosciuto Rob Schmidt è finito con il passare degli anni per diventare un film cult nell'underground cinematografico. Indubbiamente il lungometraggio è ben equilibrato, girato con precisione e senza la pretenziosa voglia di strafare. Riprende i clichè tipici del genere horror e si ispira ai film che hanno fatto la storia del genere: "Le colline hanno gli occhi", "Non aprite quella porta" e i vari ed innumerevoli cinema dell'orrore con sullo sfondo i reietti alla ricerca di "carne". Quindi tutti si aspetterebbo un film banale, che si dipani tra le cose già tracciate in passato dai film citati, ma la realtà è che Schmidt e i suoi collaboratori sono riusciti a dar vita ad un'opera varia, che sa tenere in tensione lo spettatore. "Wrong Turn" rimane in costante bilico tra l'horror e il thriller, tra efferatezze (neanche troppe e neanche troppo violente) e inseguimenti "boscosi" in West Virginia. Infatti sembra che l'autore più che puntare su laghi di emoglobina, abbia voluto calcare più la mano con la tensione, la vera "anima" del film.
"Wrong Turn" (che ha subito negli ultimi anni 2 sequel), non rappresenta nulla di nuovo nel cinema dell'orrore, ma essendo un'opera girata con un budget minimo e partita sotto i peggiori auspici, alla fine della fiera risulta sufficiente, sia pure con delle imperfezioni qua e là. Il cineasta indugia inoltre sul rapporto antichità/modernità. Gli abitanti del bosco sono qualcosa di primitivo, esseri "antichi", mentre la modernità è rappresentata proprio dagli uomini "normali", che come sempre si trasformeranno in carnefici. Inoltre l'incidente che terrà il protagonista in balia del bosco, è dovuto al voler essere al passo coi tempi, per arrivare in orario ad un appuntamento lavorativo.
L'opera cinematografica di Rob Schmidt non brilla per originalità, ma sa districarsi con buona maestria tra l'horror e momenti più thrilling, senza mai cadere in banali rappresentazioni della violenza. Non mancheranno i colpi di scena, acuiti da un'ambientazione a tratti claustrofobica che dona un'aura di incertezza all'intero lavoro.
Dimenticavo... Guardatelo anche oltre i titoli di coda...
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