Quando vidi La Casa dai Mille Corpi mi innamorai perdutamente ed all’istante del cinema di Rob Zombie.

Una lettera d’amore ad un certo filone horror degli anni 70 che vedeva la rivincita dei reietti (del diavolo) dei red-neck dei pazzi sanguinari e cannibali, che sdoganava l’era dello splatter e del grand-guignol su cellulosa. Qualcuno addirittura (si amputò un dito) paragonò questo suo folgorante esordio ad una sorta di remake del leggendario massacro della motosega (nonapritequellaporta in Italia) di Toby Hooper.

Il tutto in una chiave post-moderna, decisamente pulp, dove gli echi del maestro Quentin Tarantino riverberavano costantemente ed armoniosamente tanto da far definire, da chi scrive, Rob Zombie: il Tarantino dell’horror. Non credo però che il rob mortovivente apprezzerebbe questo paragone ma chi lo sa e chi se ne frega dopotutto.

La famiglia Firefly (dei millecorpi) tornò nonostante fossero stati cacciati anche dal diavolo, in un sorprendente road-movie crudo, arso e logoro. Un film meno cazzone del precedente, tecnicamente più centrato e con un finale da strapparsi la pelle.

Poi com’è come non è Rob diresse due remake della saga di Halloween del grande John Carpenter, operazione nettamente bocciata come “concetto” dal sottoscritto ed il curioso Lord of Salem che non nascondeva velleità autoriali ma che fece storcere la bocca a più di un fan avvezzi com’erano ai sadici sventramenti di quei guasconi dei Firefly.

E sono passati già 15 anni tra l’esordio del 2001 e questo 31 del 2016.

Con 31 Rob Zombie torna alle origini.

Ambientato nel 1976 nel periodo di Halloween.

Di nuovo gli anni 70, di nuovo Halloween, di nuovo l’America del Sud, il Texas… con la sua polvere. tabacco e whisky, di nuovo gli hippies in nessuna faccenda affaccendati.

Veniamo subito introdotti in questo mood già dai titoli di testa, belli sgranati e settantiani più che mai ma ancor prima dei titoli di testa assistiamo ad un magnifico prologo in bianco e nero e facciamo subito la conoscenza di Doom-Head un pazzo sadico sanguinario davvero niente male che sventra e ammazza con gran gusto ma lo fa solo per denaro è solo lavoro…

Già, perché 31 non è altri che un gioco, son quei giochini che fanno i ricchi annoiati che rapiscono un manipolo di malcapitati, che so magari degli hippies rincoglioniti dentro a un furgone, li chiudono dentro ad una struttura, tipo un magazzino abbandonato ed hanno 12 ore per portare a casa la pelle. Durante queste 12 ore verranno cacciati a vari livelli, tipo video-gioco (appunto) dai loro carnefici invero pittoreschi. Ed è in questo aspetto che il flim sbraca (alla millecorpi ma con molto meno gusto e stile) presentandoci una galleria di personaggi tanto malvagi quanto ridicoli. Il nano spagnolo Sick-Head ad esempio mezzo nudo e con una grossa svastica tatuata sull’addome, due fratelli clown sozzi e malvagi armati di motosega, un gigante mezzo tedesco e mezzo ritardato e la sua sorellina sexy e pazzissima…

Sarà una caccia all’uomo serrata, c’è il sangue, c’è il divertimento, non ci si annoia ma neanche si è coinvolti. Il film non ha il minimo spessore, se non si è appassionati del genere se ne sconsiglia vivamente la visione.

A robbè-zzò… bravo sei bravo ma gira che te rigira dopo 15 anni ai millecorpi sei tornato… come dovemo fa co ‘tte?

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