Roy Scheider è il dottor Sam Rice, un psicanalista riservato e introverso la cui vita si intreccia con quella di Brooke, una misteriosa donna legata a uno dei suoi pazienti, George Bynum, un incallito donnaiolo sposato ma circondato da numerose amanti. Durante le loro sedute, George aveva alluso al fatto che la timida e sensibile Brooke potesse essere la donna ideale per Sam, provocandolo con dettagli e perfino mostrandogli una fotografia. Questi frammenti delle loro sedute vengono svelati in flashback, mentre Sam rilegge meticolosamente i suoi appunti di notte, conferendo al film una nota noir e un’atmosfera cupa. Quando George viene brutalmente ucciso, i sospetti convergono su una misteriosa assassina, e Brooke trascina Sam in una rete di sospetti e di inevitabile attrazione.
Il film del 1982 trasuda dell’inconfondibile influenza di Hitchcock, dalla suspense costante all’archetipo della protagonista bionda. Purtroppo, anche se Meryl Streep è indiscutibilmente più bionda del solito, risulta poco convincente nel ruolo della femme fatale Brooke: il suo disagio nel vestire panni glamour è evidente, nonostante l’abbigliamento più sexy del solito e l’impeccabile taglio di capelli. È una delle rare occasioni in cui interpreta un personaggio di questo tipo, e anche dalle sue interviste risulta che non si trovò a suo agio nel ruolo poco “intellettuale” per lei.
Jessica Tandy brilla nel ruolo della madre di Sam, anch'essa psicanalista, incarnando alla perfezione il tipico personaggio da omaggio hitchcockiano. Il film procede come un rispettoso tributo al maestro: da una sequenza onirica e vagamente horror che riecheggia Spellbound ("Io Ti Salverò"), senza però la genialità di Dalì, a una lunga scena nella sofisticata casa d'aste dove lavora Brooke, un chiaro rimando a North by Northwest ("Intrigo Internazionale").
Anche se parte della suspense si basa sul classico cliché del “seminterrato buio di notte”, il ritmo e l’atmosfera del film sono solidi, fino al finale. Un epilogo che è sì soddisfacente, ma arriva un po’ troppo in fretta, quasi a ricordarci che per quanto ci si ispiri a Hitchcock, raggiungere la sua maestria resta un obiettivo difficile.
Regia di Robert Benton, vincitore dell’Oscar per "Kramer vs. Kramer" un paio di anni prima. Disponibile su Prime, con il brutto titolo italiano “Una lama nel buio” che implica una violenza solo suggerita nel film.
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