Gli Zombi non sono sempre stati fra i "mostri" più conosciuti e (per così dire) apprezzati. Dopo l'exploit dei vari film di George A. Romero caddero nel dimenticatoio del grande pubblico, rimanendo comunque citati in opere più o meno di culto come i film italiani di Lucio Fulci o di Lamberto Bava. Dal punto di vista letterario ancora peggio: pochissimi si sono cimentati nel trattare con questi esseri deambulanti e possiamo essere orgogliosi di affermare che il nostro Tiziano Sclavi è indubbiamente tra quelli che ci hanno puntato maggiormente grazie al diabolico Xabaras (padre?) di Dylan Dog, scienziato pazzo alla ricerca della ricetta della vita eterna cosciente, non priva di senno come quella dei classici morti viventi.
A partire dal 2003 un giovane ragazzo americano è però riuscito a riportare in auge i nostri cari cannibali dementi: Robert Kirkman. Nella serie a fumetti di "The Walking Dead" Kirkman riprende gli stereotipi legati ai morti viventi ma rende gli stessi Zombi semplici comparse della sua storia, pretesti per raccontare le bestialità fin troppo umane perpetrate dai sopravvissuti ai loro vegeti compagni.
Dal successo del fumetto scaturisce quindi questa serie televisiva che Frank Darabont (apprezzabilissimo regista di capolavori come "Il miglio verde" e "Le ali della libertà", entrambi trasposizioni di romanzi scritti da quel geniaccio di Stephen King) dirige in maniera splendida, coadiuvato da ottimi sceneggiatori e da abilissimi truccatori. La serie tv riprende in parte, ma non ricalca, i fumetti di Kirkman. Solo la primissima puntata della prima serie (il cosiddetto "episodio pilota") è praticamente uguale al primo volume del fumetto. In seguito le opere viaggiano parallelamente mantenendo la stessa direzione ed incrociandosi di tanto in tanto. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che la serie a fumetti in alcuni passaggi risulta troppo violenta per far colpo sul vasto pubblico che guarda la serie tv e ciò ha imposto agli sceneggiatori di rendere il prodotto meno crudo e un po' più appetibile.
Ma passiamo a parlare in maniera più specifica dell'opera qui recensita: la storia inizia con l'agente di polizia Rick Grimes che si risveglia in ospedale dopo uno stato comatoso seguito ad una pistolettata al petto. Nella stanza non vede nessuno e, alzatosi difficoltosamente, spalanca la porta e si trova faccia a faccia con uno Zombi. Dopo i primi cinque minuti (o se preferite le prime 15 pagine del fumetto) i pensieri che vengono in mente sono: "che palle! La solita storia di quello che fugge dagli Zombi e salva la terra" e "Ma come hanno fatto a diventare tutti Zombi? E lui come è sopravvissuto?" etc. etc. Poi piano piano viene fuori il vero intento dell'opera: raccontare il cambiamento delle persone, della società, nel caso in cui tutto ciò su cui si basa la civiltà (leggi, denaro, istituzioni) scompaia all'improvviso. E come cambiano queste persone? Kirkman (e Darabont) ce lo raccontano sviscerando le personalità dei vari personaggi che compongono il cast, personaggi che incontriamo dopo che Grimes riesce a riabbracciare la sua famiglia, scampata al disastro e fuggita grazie all'aiuto del suo ex-collega ed amico Shane. L'imposizione della "legge della sopravvivenza" obbligherà tutte queste persone a cambiare, si assisterà a scontri, litigi, omicidi, menzogne, tradimenti; insomma, a tutto il peggio della natura umana. Gli Zombi, in tutto questo, fanno da contorno e solo in alcuni casi tornano a manifestarsi prepotentemente per portare via qualcuno dalla scena o per scatenare dei conflitti tra i sopravvissuti. Il desiderio ed il bisogno di proteggere la famiglia porterà il paladino della giustizia (pre-avvento dei morti viventi) Rick Grimes ad andare contro quelli che erano i suoi fondamentali precetti morali e a farsi largo fra morti viventi e vivi morenti per sbarcare il lunario dell'esistenza. Per fortuna qua e là si assiste anche a qualche prova di mantenimento di umanità, grazie in particolare ai vecchi saggi Hershel Greene e Dale Horvath che cercano di sedare gli istinti sempre più animaleschi dei propri compagni di viaggio. Non mancheranno i colpi di scena, con la perdita (a la "Oz") di numerosi personaggi principali ai quali, sono sicuro, vi affezionerete.
Non voglio però dilungarmi e spoilerare troppo, se non avete ancora visto nessuna puntata beh, vi consiglio di farlo al più presto perchè merita. Se invece avete visto la serie ma non avete letto il fumetto vi ri-consiglio di farlo (basta avere uno stomaco a prova di orrende brutalità) perchè merita ancora di più e mette a nudo in maniera ancora più spietata la natura umana frenata dalla civiltà attuale. Se avete sia letto il fumetto che visto la serie, allora non posso che complimentarmi con voi, avete scelto proprio un bel modo per passare un po' del vostro tempo...
Senza contare che in caso di epidemia zombiesca saprete come sopravvivere ;)
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