Una curiosa concatenazione di eventi lega due libri scritti in periodi diversi da due autori diversi che non so quanto abbiano avuto a che fare l’uno con l’atro.

Uno dei due libri è il romanzo di Ludlum di cui trattasi, l’altro è il romanzo di Frederick Forsyth dal titolo “Il Giorno Dello Sciacallo”. Il rimando al secondo nel titolo della prima edizione Rizzoli di quello di Ludlum è stato probabilmente voluto, e anche se intuendolo un po’ di suggestione va a farsi benedire, la storia che ci sta dietro mi sembra comunque interessante.

I due sciacalli citati nei titoli sono due personaggi diversi, accomunati dall’essere entrambi terroristi internazionali.

Quello del romanzo di Ludlum è la trasposizione romanzata di una persona in carne e ossa di nome Ilich Ramírez Sánchez, nome in codice “Carlos”, che nella sua “particolare” professione è riuscito a farsi una certa fama e attualmente si occupa di fare l’ergastolano e nel tempo libero titilla le coscienze comuniste con un’utenza su De Baser.

Il romanzo di Forsyth è precedente alle imprese del vero Carlos, e quello che andrebbe considerato lo “Sciacallo” originale (che nel libro viene incaricato di uccidere Charles de Gaulle) è un personaggio totalmente inventato che nulla a che fare con il terrorista reale.

Carlos (quello vero) fu soprannominato lo «Sciacallo» quando una copia del romanzo di Frederick Forsyth fu trovata tra i suoi effetti personali in un covo parigino dopo un tentativo di cattura fallito, e qui si chiude il cerchio.

Ad accomunare i due libri, oltre al soprannome dei due personaggi citati, contribuisce anche l’eleganza di scrittura dei due autori. Lo stile di Ludlum è forse un po’ più commercialotto di quello Forsyth, che ha un’impostazione asciutta e di stampo giornalistico, ma siamo comunque lontani dalla tamarraggine di scuola prettamente ammeregana in stile Clive Cussler buonanima (grazie buon vecchio Clive per le ore di sano encefalogramma piatto che mi hai donato).

“Il ritorno dello Sciacallo”, che attualmente in Italia viene pubblicato anche con il titolo originale “The Bourne Ultimatum”, chiude la trilogia dedicata al personaggio di Jason Bourne, sicario addestrato dagli americani per essere la nemesi di Carlos, e noto probabilmente più per la serie cinematografica che lo vedono protagonista che per i libri di Ludlum.

La serie cinematografica, dopo un inizio che ricalca grossomodo quello della trilogia di Ludlum, prende poi strade totalmente diverse. Non vi è cenno della rivalità tra Bourne e Carlos e lo stesso personaggio di Jason Bourne assume connotazioni molto diverse nei due casi.

Nei romanzi il protagonista, quando non è costretto a vestire i panni di Jason Bourne il sicario, vive una vita “normale”, si fa chiamare David Webb, ha una famiglia ed un lavoro da professore universitario. È quindi integrato nella società, mentre nei film se ricordo bene vive costantemente ai margini di essa.

Personalmente è capitato di vedere i film tempo dopo aver letto i libri ed il personaggio con la faccia da eterno ragazzo di Matt Damon che ci ho trovato ha stonato molto con l’idea che mi ero fatto di Jason Bourne.

Nel libro in questione Carlos torna a farsi vivo e la resa dei conti che ha luogo tra i due nemici è gestita secondo me molto bene dallo scrittore. Il libro è avvincente e scorre via liscio come l’olio, e può venire bene per passare piacevolmente qualche ora senza impegnare troppo la testa.

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