Poche note di piano, una piuma bianca che vola in cielo, una ragazza che si siede su una panchina per rifiatare di fianco ad un tipo strano ed elegante. E poi il tipo che a un certo punto si lascia andare ad un ragionamento filosofico: "La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita...", come diceva mamma.

Quante volte vi sarà capitato di sentire questa frase? Perchè è una frase entrata ormai nell'immaginario collettivo, nella cultura popolare.

Forrest Gump è un film entrato nella storia del cinema, come pochi nell'ultimo ventennio, permettetemi. Un film fatto di poesia e malinconia, raccontata con rara delicatezza e sensibilità. Forrest (Tom Hanks nella sua prova migliore) inizia a raccontare, ai vari vicini di panchina che si susseguono, la storia della sua incredibile vita. La vita di un ragazzo come tanti in teoria, solo "un pochino più tardo", ma che per questo troverà gli inevitabili ostacoli del caso: tutti lo rifiutano, tutti lo sfottono, tranne jenny. Jenny, la prima e unica amica che Forrest si fa, a partire da quel primo giorno sull'autobus scolastico. "Ti puoi sedere quì se vuoi", partirà una storia d'amore che sarà il filo conduttore di tutta la storia. Jenny che anche lei non vive certo una vita facile, con quel padre che era "così affettuoso, stava sempre a baciare e toccare lei e le sue sorelle..." Sarà forse per quello che è l'unica a capire Forrest.

Jenny sarà il più grande pensiero ricorrente di Forrest, e anche la sua più grande fonte d'ispirazione. A partire da quando, a fronte dei soliti bulletti, Jenny consiglia a Forrest di correre, correre più che può. E da allora lui qualunque cosa fa, la fa correndo. Corre, corre e corre; prima per salvarsi dai bulli, poi correrà verso il diventare una stella di football universitario, un eroe della patria in Vietnam (dove incontrerà le altre 2 figure chiave del suo percorso: il compagno e quello che diventerà il suo "miglior buon amico" "Bumba" e il tenente Dan), un campione di ping pong nella squadra nazionale del'esercito, il proprietario di una barca per gamberi (attività svolta in nome dell'amico Bumba, perito in guerra, che gliene parlava in continuazione, e che lo farà diventare miliardario).

Corre e corre verso e attraverso un intera epoca americana senza accorgersene, da Elvis (cui è lui stesso ad ispirare il celebre passo) alla storica introduzione degli "scarafaggi" neri nelle bigottissime scuole pubbliche americane, fino a Kennedy, l'hippismo e Nixon e al suo Watergate.

Poi però Forrest torna a casa, lascia la barca al tenente Dan per tornare dalla madre morente. Dopo l'ennesimo ritorno di Jenny (si inseguiranno e inseguiranno per tutta la storia), e soprattutto dopo l'ennesimo abbandono da parte di quest'ultima, Forrest pensa di iniziare nuovamente a correre "senza una motivazione", ma stavolta non solo metaforicamente. Corre, corre e corre verso il niente, senza meta per l'America per 3 anni 2 mesi 14 giorni e 16 ore divenendo a sua insaputa un fenomeno sociale e un simbolo di chissa cosa.

"Sono un pò stanchino, credo che tornerò a casa ora" le sue parole finali, e quindi termina la corsa per tornare a casa, per l'ennesima volta, dove ritroverà, manco a dirlo, la sua Jenny. "Non sono un uomo intelligente, ma so l'amore cosa significa", e infatti adesso si consuma lo straziante finale. Prima però Jenny gli presenta suo figlio Forrest. "Come me!"- "L'ho chiamato come il padre"- "Anche il padre si chiama Forrest?".

"Sei morta un sabato mattina", le parole di Forrest sulla tomba di Jenny, che era riuscito finalmente a sposare in tempo dopo che lei gli aveva confessato di essere alla fine per un male incurabile. Queste ultime scene sono le più commoventi in assoluto.

Alla fine, il piccolo Forrest si ritrova anche lui al primo giorno d'autobus, mentre una piuma bianca vola nuovamente in cielo. è la chiusura del cerchio e di un film stupendo, una storia emozionante e struggente di pura poesia.

"Qualche volta (in Vietnam) smetteva di piovere abbastanza a lungo da far uscire le stelle, e allora era bello. Era come poco prima che il sole va a coricarsi alla palude, c'erano più di un milione di scintille sull'aqua. Come quel lago di montagna, era così pulito e, jenny, sembravano come 2 cieli l'uno sopra l'altro. E poi il deserto quando il sole viene su, non riuscivo a dire dove finiva il cielo e cominciava la terra, era bellissimo. "Mi sarebbe piaciuto moltissimo esserci"- Tu c'eri"

Queste le parole di Forrest a Jenny poco prima della sua morte. Ricordando in poche istantanee tutte le sue esperienze, dal Vietnam alla grande corsa, dove lei, pur non essendo presente, c'era sempre.

Perchè l'amore, quello vero, esiste e può essere anche l'unico filo conduttore di una vita, se ci credi davvero.

"Non so se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo ognuno trasportati in giro come una brezza, ma io credo può darsi le 2 cose, forse le 2 cose capitano nello stesso momento".

"Il mio nome è Forrest, Forrest Gump"

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