NON NUOTATE IN QUEL FIUME di Roberto Albanesi (Italia 2015) Ci troviamo di fronte ad un film strano, molto strano. Perchè??? Perchè questo lungometraggio (non troppo lungo) di 70 minuti, è avulso a qualsiasi tipo di catalogazione. Un'opera tanto lontana dal mainstream quanto dal cinema indipendente classico. Dal mainstream per ovvi motivi economici ( 80 euro il budget dichiarato dalla produzione) mentre dall'indipendente è distante anni luce per via della trama (soprattutto di come viene sviluppata) e della messa in scena . La trama, appunto: La vicenda è scritta dal regista stesso e ha come protagonisti Bruce, Stefano e Luigi (Ivan Brusa, Luca Zibra e Stefano Galli), tre piccoli delinquenti che hanno le ore contate per aver fregato una partita di droga alla misteriosa ed affascinate BOSS (Roberta Nicosia): se vogliono salvare le loro vite, devono consegnare una valigetta, ma il luogo della consegna è un fiume maledetto, dove sono sparite numerose persone e vi si aggira uno spietato serial killer mascherato. Sostanzialmente si tratta di uno slasher trasportato in Italia, ma qui arriva la parte interessante; Tutto quello che parte come "un omaggio agli anni 80, allo slasher, questo e a quell'altro" diventa cosa nuova nelle mani di un regista che sa il fatto suo, sia nella messa in scena (scarna, per motivi di forza maggiore) ma soprattutto nella scrittura. E' proprio questo che lo rende diverso da qualsiasi cosa mai prodotta nel circuito indie italiano, perchè quella che sembra un'opera già "telefonata" sin dall'inizio, diventa altro e porta lo spettatore ad essere costantemente preso in contropiede, e quindi divertito. Due parole sul regista: Roberto Albanesi (classe 86) è qui al suo debutta nel lungometraggio. Il film è girato fra il lodigiano e le valli piacentine nell'estate 2015 e completato a inizio 2016. Auto-didatta cresciuto a pane e film, con la sua factory New Old Story ha già realizzato lavori interessanti, rivelando una vena horror e una più comico/satirica: ricordiamo il crudelissimo corto Happy Easter (torture-porn dai risvolti disturbanti), un episodio ciascuno per i collettivi The Pyramid (distribuito in direct to video in Giappone, Canada e Stati Uniti) e 17 a mezzanotte (protagonista con una black-comedy), e la cornice dell’horror Catacomba di Lorenzo Lepori (che vedrà una distribuzione sempre DTV su tutto il suolo italiano da questo Ottobre). Insomma, Albanesi si è fatto le ossa prima di buttarsi in questo progetto, e quindi non è affatto uno che ci prova mentre incrocia le dita. Parlavo prima di SVILUPPO DELLA TRAMA e di MESSA IN SCENA come punti forti di questa opera. La patina da VHS (nel vero senso della parola) rende la visione ancora più nostalgica, in quanto l'influenza degli anni 80 e delle "videocassette dei b-movie più scalcinati" non è solo evidente, ma è dichiarata dall'autore stesso. Questo non potrà fare altro che GASARE lo spettatore più nostalgico e stupire chi si trova per primo ad affrontare una visione di questo tipo (e, chissà, magari infastidire per la scarsa qualità della visione uno spettatore più giovane). Il cast: Un buon 60% dei partecipanti al film non sono attori professionisti (e magari nemmeno dilettantistici) ma vuoi per il tipo di opera, vuoi per l'auto-ironia generale, questi funzionano molto bene per le parti che devono rappresentare. Il restante 40% è composto da persone che sanno il fatto loro, su tutti cito Ivan Brusa, Stefano Galli, Roberta Nicosia, Jack Gallo ed i giganteschi (a mio modesto parere) William Angiuli e Paolo Riva. Divertente la caratterizzazione di tutti i personaggi che non risultano mai bidimensionali, nonostante la durata eccessivamente breve del film (su questo ci tornerò fra poco) Le Musiche (e qui la M si fa maiuscola) sono il fiore all'occhiello del film. Composte da Alberto Masoni (I Rec U, Alienween molto altro) sono una delizia per l'orecchio cresciuto a pane e synth 80's. La supervisione musicale è invece a cura di Oscar Perticoni, compositore italopolacco dalla lunga e fruttuosa carriera. Avvolgenti e mai martellanti, aiutano chi guarda ed ascolta ad immedesimarsi maggiormente in un mondo che, con la chiusura delle vecchie care videoteche, non esiste più, se non nei nostri ricordi; Ricordi che NNIQF ci solletica costantemente. I difetti in questo film non mancano, su tutti la breve durata che spezza di colpo una storia che avrebbe potuto(e doveva) durare di più, per approfondire meglio tante sfumature rimaste troncate dal ritmo forsennato dell'opera. Poco male, perchè è di poco fa l'annuncio che un sequel ha cominciato a prendere vita, proprio mentre vi sto scrivendo. Consiglio dunque l'acquisto di questo film che potrà piacere o meno, ma di certo non lascerà nessuno indifferente. Momenti cult: - Il cinese incazzato come una biscia - Paolo Riva - Ilona - I monologhi di Basile e del Boss - Quel filo rosso nel bosco che si tira sempre di più per poi portarsi via... (ve lo lascio scoprire direttamente a voi) Sufficienza piena e anche qualcosa di più. Ce ne fossero di opere così in giro, magari nei nostri cinema; Ma forse è meglio così, per goderceli di più e meglio davanti alla nostra tele, con una birra in mano e col desiderio irrefrenabile di fare un bel bagno rinfrescante al fiume più vicino... ATTENZIONE PERO'! P.S Una menzione speciale va alla meravigliosa locandina di Giorgio Credaro, che grida "EXPLOITATION!!!" da tutte le parti.

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