Qualche tempo fa mi sono imbattuto in questo bellissimo ancorchè datato film horror del 1963, diretto dal regista Roger Corman, notoriamente legato nella sua produzione cinematografica a tematiche orrorifiche e alle atmosfere evocate dalle opere del grandissimo Edgar Allan Poe (del quale traspose in pellicola anche alcuni racconti). Del cast fanno parte due vere icone del cinema, in una sorta di passaggio del testimone tra la vecchia generazione di attori e quella nuova: il leggendario Boris Karloff ("Frankenstein") e un giovanissimo Jack Nicholson nel suo primo ruolo da protagonista.
La storia ruota attorno alle oscure vicende il cui ricordo aleggia nel vecchio castello del barone Von Leppe (interpretato da un Boris Karloff magistralmente espressivo e convincente), situato sulla sommità di un suggestivo picco in una imprecisata località costiera del Mar Baltico. Il giovane ufficiale napoleonico André Duvallier (Jack Nicholson), rimasto isolato dal proprio reparto, si trova così coinvolto nella ricerca di una misteriosa e sfuggente, evanescente fanciulla, arcano strumento di vendetta di una vecchia strega: l'inseguimento dell'avvenente ragazza, ritenuta dal barone lo spirito della sua defunta giovane moglie, lo porterà a scoprire una ben più macabra realtà sul conto del nobiluomo e della stessa ragazza, della quale ormai si è innamorato, in un vortice di stregoneria, superstizioni e ferali presagi.
Ma ciò che conta anche più della trama, in questo film, è senz'altro la bellezza di una scenografia che, seppur priva di effetti speciali, riesce a rendere efficacemente le oscure e nebbiose atmosfere della vicenda, complice soprattutto la mirabile e perfetta scelta delle inquadrature del regista: Corman, da vero maestro, fa sembrare la successione delle immagini quasi una sequenza di illustrazioni del sublime incisore Gustave Doré, ognuna carica dello stesso senso di mistero che si potrebbe trovare tra le pagine di una novella di Poe (anche se la storia non si rifà a nessuno dei suoi racconti). E' l'atmosfera da romanzo gotico, a mio parere, e non la trama, la vera carta vincente della pellicola, sottolineata da una classica quanto coinvolgente ed empatica colonna sonora con tanto di sospiri e violini.
Un film sicuramente da riscoprire, un classico del cinema horror che consiglio senza dubbio a tutti gli appassionati, ma anche a tutti coloro che sono curiosi di vedere come poteva essere nel 1963 un film dell'orrore senza effetti speciali digitali e i fiumi di sangue finto cui le pellicole splatter degli ultimi anni ci hanno ormai abituato.
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