Anno 1977. Roger Daltrey pubblica il suo terzo album solista, "One Of The Boys". Questo non è un disco Who-style. Scordatevi gli Who, scordatevi che Daltrey è il loro cantante (e che cantante!). 

Si parte con "Parade" di Philip Goodhand-Tait, una bella canzone che riflette la disillusione di Roger per lo star system. La seconda traccia è un brano country, "Single Man's Dilemma" (firma: Colin Blunstone): non male, anche se qui la voce di Roger non ci sta benissimo...

Il terzo pezzo, "Avenging Annie" di Andy Pratt, è considerato da molti uno dei momenti migliori del Daltrey solista ed è il brano del disco più simile allo stile degli Who (grazie anche alla presenza di John Entwistle al basso). "The Prisoner" è invece una ballata ispirata a John McVicar, che Roger interpreterà nel film a lui dedicato del 1980. E' una delle tre canzoni di "One Of The Boys" scritte da Daltrey in collaborazione con Tony Meehan e David Courtney: è questa la prima volta che Roger collabora alla scrittura di alcuni dei pezzi per i suoi dischi solisti.

La quinta canzone è "Leon", sempre di Goodhand-Tait, e non so ancora se mi piace o la trovo irritante, di sicuro comunque non è fra le mie preferite. Si passa poi alla title-track, scritta da Steve Gibbons della Steve Gibbons Band, considerata dal suo interprete "la My Generation del 1977"; un paragone che vede vincitrice di larga misura la canzone degli Who. Non che "One Of The Boys" sia una brutta canzone, anzi è una delle migliori del disco, ma paragonarla a "My Generation" è un po' azzardato. La settima traccia è "Giddy", scritta nientepopodimeno che da Sir Paul McCartney. Bella? No, è uno scarto bruttino del Macca, del tutto anonimo. L'opera si risolleva con le ultime tre canzoni: "Written On The Wind", "Satin And Lace" e "Doing It All Again". La prima è una canzone d'amore scritta da Paul Korda e interpretata molto bene da Roger. Uscì anche come singolo in Gran Bretagna ma non ebbe alcun successo. La seconda è una ballatona molto bella con Daltrey in forma smagliante. L'ultima canzone è un'altra ballata scritta da Daltrey-Meehan-Courtney (come "Satin And Lace") caratterizzata da un ben riuscito falsetto, atipico per Roger.

Nella versione rimasterizzata del 2005 ci sono quattro bonus-track: due outake ("Martyrs And Madmen" e "Treachery") che non mi dicono niente, così come "You Put Something Better Inside Me", b-side del singolo "One Of The Boys". Bella invece "Say It Ain't So Joe" di Murray Head, singolo sia negli USA che in Gran Bretagna, che Roger fa sua con facilità, caratterizzandola non poco rispetto all'originale.

In questo disco Roger Daltrey dimostra di volersi cimentare in generi a volte diversissimi dai suoi standard, con risultanti a volte ottimi a volte stucchevoli. Sicuramente non un disco fondamentale, anche se un paio di gemme ci sono anche qua.

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