Siamo di fronte ad un album praticamente sconosciuto: ma come sapete molto spesso il mondo della musica oscura delle perle pop proprio come "We Meet In The Future", sconvolgente per la sua semplicità ed essenzialità che allo stesso tempo coesiste con una grande capacità compositiva.
Il quintetto inglese si ispira ad un sound molto anni 70' (ricorda molto i Velvet Underground o gli Slowdive) ma aggiunge anche elementi elettronici nuovi ma senza esagerare, dando un risultato molto efficace e diretto stranamente ignorato dal pubblico.
La voce di Amanda Gomez è molto dolce e soave, stupenda, quasi ti fa innamorare: da molto non si sentiva una voce tale in un gruppo così ben assemblato. La voce acuisce il percorso languido lento e cullante in cui i saloon ci fanno viaggiare: da "Absence" a "Kaspian" (a mio parere i due migliori brani dell'album) a "Que Quieres", tutti i pezzi sono belli e aprezzabili allo stesso modo; anche per questo mi stupisce il fatto che questo album sia stato completamente ignorato dalla critica.
Secondo me i "Saloon" meritano molto di più in quanto, anche non creando generi nuovi e non andando oltre a quello che è già stato fatto, si trovano a conoscere perfettamente le sonorità pop che incidono sulla composizione di un grande album proprio come questo.
Elenco e tracce
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