E' un periodo che non mi va né di scrivere recensioni, né di commentare quelle altrui, macchevvelodicoaffare direte voi? In fondo a noi non ce ne fotte più di tanto..
Bene, dopo questa premessa illuminante, avendo dato uno sguardo alla sezione dermiche mi son detto: "Qui non può mica far tutto da solo il povero sexy... Manda avanti una sezione in solitaria, plausi per lui.. Magari una la scrivo anch'io, non saranno tecniche come le sue, ma va beh.. Chissene..".
E allora ho pensato: "Sì, ma su che straminghia di opera scrivo?".
Avendo dato un'occhiata all'ultima rece comparsa, mi è balenato per la testa quel famoso, anzi "il più famoso", quadro di Salvador Dalì, artista sicuramente con qualche cosa in meno in qualche emisfero cerebrale (per portare quei baffi e avere quello sguardo non c'erano tutti i lunedì, no no..) compensato egregiamente da un lato artistico fuori dal comune, ah sì.. Mi perdo sempre in chiacchiere.. Il quadro non è altro che "La persistenza della memoria" oppure "Gli orologi molli", fate un po' voi come vi aggrada.
Pare che il quadro sia nato da un mal di testa, un formaggio francese, una serata mancata con gli amici e una folgorazione improvvisa osservando uno dei suoi lavori in corso, precisamente uno scorcio di Port Lligat incompiuto, che è diventato il teatro di questa rappresentazione surrealista a tratti inquietante. Chi, del resto, non avrebbe pensato di sbattere su un paesaggio reale degli orologi in stato semi-liquido, uno chiuso coperto di insetti, con uno strano animale, o meglio, un occhio dormiente dello stesso autore al centro?
Cosa rappresenta questo quadro? Mah, alcuni dicono lo scorrere inesorabile del tempo, deformato dal sogno, in visione soggettiva di ognuno di noi, cambia, si distorce, assume caratteristiche differenti, in bilico tra stato d'animo attuale e passato. (Stighezzi!) Altri, sempre tenendo come punto focale l'inesorabilità, affermano che il tempo si incolli all'uomo, regalandogli esperienza, ma anche soferenze.. E l'orologio ancora chiuso coperto di insetti? Forse li ha voluti usare come metafora per lasciar intuire che al tempo nulla sfugge, che niente resiste al suo passare, tutto finirà eroso lentamente, come divorato da una moltitudine di minuscole creature..
E tutto è condito dal lento, meraviglioso tramonto, come volesse dire che ogni cosa, proprio per effetto del tempo, ha una fine certa, prima o poi.. Quello che comunque mi è sempre piaciuto di questo quadro è l'uso che Dalì ha fatto dei colori: accesi, reali, pennellate leggere e delicate, quasi portino il tutto a fluttuare in un'altra dimensione.. Surrealismo già.. Forse la chiave sta proprio in questo, portare il reale da un'altra parte, concetti concreti visti in un mondo astratto. Geniale.
Ho sempre pensato che fosse un'opera imponente, non so perché, solo un'idea.. Ma poi ho scoperto che è più o meno delle dimensioni di un banale A4, e non nascondo che la cosa mi abbia un po' deluso, ma poco conta, se un'opera colpisce e incanta può essere benissimo rappresentata anche su un francobollo.
Cosa penso io della "persistenza della memoria"? Non saprei che rispondere, a volte mi piacerebbe entrarci in questo quadro, per chiedere all'occhio liquefatto dormiente di svegliarsi e spiegarmi il significato del suo sogno, poi proverei a toccare gli orologi per saggiarne la (in)consistenza, dopodiché farei un giro fino a quella scogliera in fondo, inghiottita da un mare calmissimo e limpido e mi siederei a guardare all'infinito l'orizzonte nascosto, aspettando qualche traghettatore per mondi lontani, perdendomi nel tempo e nello spazio dilatato all'inverosimile..
In fondo il tempo e lo spazio sono solo dei concetti concreti creati dall'uomo, ma visti nel contesto "universale" perdono immediatamente di significato..
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