La Francia è sicuramente riconosciuta come una nazione dove la musica ha un certo peso non solo per la gente, ma per lo stato in generale. Della realtà musicale francese però sappiamo veramente poco a mio parere ed è un peccato. Sono rimasto ancora più stupito quando ho scoperto leggendo recensioni per il web che il disco di cui vi sto parlando è di produzione di un gruppo francese. Potevo immaginarmi che musica quale jazz, pop e folk potessero essere di ottima qualità francese, ma mai e poi mai mi sarei immaginato di scoprire una band che suona death metal melodico in questa maniera.
Irradiant è il primo full lenght degli Scarve, un 6 pieces alquanto stravagante ,appunto francese, che finalmente arriva alla nostra portata con questo capolavoro (marzo 2004). Prendiamo in considerazione in primis la formazione per certi sensi originale ed innovativa in quanto presenti due lead singer (Pierrick e Guillame), che si alternano in quanto uno più di stampo marcatamente death e l’altro per certi versi più thrash (più pulito e melodico), due chitarristi (Sylvain/lead e Patrick/rhytm), un grandioso bassista (Loic) e quel mostro di batterista che fa di nome Dirk Verbeuren (ora in tour con i Soilwork come sostituto del bravissimo Henry Ranta).
Ed è proprio Dirk uno dei punti di forza, insieme all’ottimo guitar work sempre molto ispirato e con assoli davvero ben fatti e alle equilibrate linee vocali che rendono questo disco un must-have. Il lavoro di Verbeuren (che sicuramente conosce molto bene batteristi quali Richard Christy e Janne Saarenpaa rispettivamente batteristi di Iced Earth e ex-The Crown) dietro le pelli è a dir poco fantastico; giocando molto sull’uso dei piatti e sull’alternare tempi più serrati a killer-mid-tempo questo batterista accompagna ogni canzone donandogli quel mood che non ti fa star mai fermo e soprattutto non ti annoia mai (inoltre spettacolare anche dal vivo nelle due tracce live della versione limitata di questo disco si può notare come potenza e precisione non siano affatto un’illusione da album e basta anzi..).
Le canzoni sono come detto all’inizio di stampo death con parti melodiche (se si vuole si possono paragonare ad una sorta di mix di Soilwork e ultimi The Crown)inserite qua e là in maniera precisa ed intelligente. Alcuni pezzi sono più tirati e diretti(Mirthless Perspective,An Emptier Void),altri più complessi, progressivi(vedi la stupenda finale Boiling Calm e The Perfect Disaster). Da sottolineare la presenza di due guest-musician di indubbio valore come Frederick Thordendal dei Meshuggah in Asphinxiate (ottima song a tratti richiamante appunto il gruppo del guest) e di Gustaf Jorde dei Defleshed in Molten Scars (canzone tiratissima di pura brutalità di soli 2.46 min). I testi trattano per lo più temi filosofici in contatto con temi pratici e sociali, sono testi ragionati e molto adatti a ciò che la musica trasmette.
La produzione di questo disco è a dir poco perfetta;sono potenti i suoni di batteria, si possono distinguere chiaramente tutti gli strumenti senza dover alzare bassi o alti a manetta e le scelte di particolari suoni sono sempre più che azzeccate. Molto bello l’artwork di Dennis Sibeijn, piuttosto particolare e se si vuole inquietante a metà via tra il naturalistico ed il cibernetico e notevole la sezione multimediale con due video e la biografia del gruppo presente nella versione limited in digipack.
Un disco a mio parere da avere e di cui sicuramente si sentirà parlare parecchio.
Elenco tracce testi e video
04 Asphyxiate (04:52)
In the end, everything is said. A state of mind one can only regret.
Touch truth but only skim perfection. Plunge beyond this painful deception.
There is a way for it all to happen, a riverbed where everything can flow.
Harsh memories scattered around, no promise on which to bestow
This world, a burden of pain
Asphyxiate this sickening state
Straight ahead to the place we belong. Looking back, it all seems so wrong.
There must be a way for us to see, and dive past each miscalculation.
Fear is the stone cold murdurer, the rampant virus contaminating
This world, a burden of pain
Asphyxiate to recreate
09 Boiling Calm (07:42)
My subconscious battles it's way to the surface
Roaming through the wilderness that always prevails
The shell cracks open, releasing sheer madness
The certain man is the man who fails
To see will never again be to believe
In nothing I couldn't ever place my trust
Where projectiles plummet and overshadow
The last shred of sanity is bound to leave
Luminous ages of infinite reflection
Permanently misleading me from reality
Neural transformers deprived of connection
There are no more words left to be spoken
Numb suffering arises from out of nowhere
Defying any logical sense of belief
If this is how soul and spirit fornicate
I'll run all the way to hell and remain there
Boiling with disgust, I never meant to be this way
Bleeding of my guilt, I never meant to be this way
The death of a being slowly closes in - every spare second, a breath is taken
And when it all comes down to the end, theres no more meaning to the horror called sin
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