Sean Penn è un grandissmo regista. Lo dimostra con questo "Lupo solitario" del 1991. Lo confermerà successivamente con "La promessa" (2001) e con quella che io reputo una delle più grandi opere cinematografiche di sempre: Into the wild (2007).

Un film complicato, dove i sentimenti provati dai due protagonisti sono l'anima portante di una grandissima opera. I due protagonisti che rispondono ai nomi di Viggo Mortensen e David Morse. Due interpretazioni notevolissime le loro che sollevano ancora di più il livello della pellicola.

Joe e Frank sono due fratelli inseparabili. Diventati ormai adulti ognuno prende la propria strada: Joe si costruisce una vita tranquilla con la moglie e suo figlio. Frank decide invece di partire con l'esercito degli Stati Uniti per la guerra in Vietnam. Dopo aver ucciso per legittima difesa Joe rincontrerà Frank a seguito della morte della loro madre. Sarà Joe che cercherà Frank per dargli la drammatica notizia  e scoprirà che suo fratello anche se fidanzato con Dorothy (Patricia Arquette) è ormai diventato un uomo scontroso, violento, alienato dal mondo e mosso soltanto dall'odio e dalla disperazione. Il buon Joe tenterà in ogni modo di aiutare suo fratello a costruirsi una famiglia, a trovare un lavoro e vivere finalmente felice. E proprio quando sembrerà riuscito nel suo intento Frank tradirà ancora una volta la fiducia datagli da suo fratello maggiore.

Ispirato completamente alla canzone "Highway patrolman" di Bruce Springsteen, Sean Penn da vita ad un desolante affresco della società americana. La contrapposizione evidente tra la famiglia modello, e gli sbandati che molto spesso la società americana abbandona al loro crudele destino è particolarmente evidente. Il destino di chi divorato dall'alcool, dalla guerra e dalla solitudine rimane inesorabilmente solo. E quando arriva l'inaspettato aiuto, diventa tutto più complicato di prima... Sembra impossibile poter ragionare con Frank. Lui è chiuso nel suo mondo, lotta con i suoi demoni interiori nonostante sia riuscito ad ottenere tutto quello che voleva. Lui non accetta il mondo che ha intorno, odia la sua stessa esistenza e rimugina sugli errori commessi in passato. E' afflitto da pensieri che neanche suo fratello Joe può riuscire a comprendere.

"Lupo solitario" è un film vivido, crudo e purtroppo come spesso accade per dei grandi lavori a causa degli argomenti trattati e di alcune scene forti non ha avuto la rilevanza che merita, ma è rimasto nel giro dei film indipendenti. Viggo Mortensen è assolutamente a suo agio nei panni del reietto dall'umanità, donando uno spessore al personaggio e un'interpretazione davvero notevoli. Buona la prova della nostrana Valeria Golino moglie di Joe con problemi di hashish.

In questo film vi è tutto quello che un film drammatico deve avere. Una grande storia, grandi attori, una grandissima colonna sonora country-rock, ma soprattutto un grande regista. Una storia che tocca il cuore. Un film triste e allo stesso tempo violento.

Il dolore, la violenza, l'autolesionismo, l'inquietudine, l'odio, l'amore.

In Lupo solitario troverete tutto questo...

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