Si può fare poesia usando le immagini al posto delle parole? Dal mio punto di vista Shingo Araki e Michi Himeno in qualche modo ci sono riusciti. Li annovererei tra i poeti cantori della bellezza, poeti minori forse, ma che con la loro opera aiutano gli altri a comprenderla ed assaporarla meglio di quanto riuscirebbero a fare con i loro sensi. Ciò che hanno cantato i due animatori è stata la bellezza e l’eleganza del corpo umano. Lo hanno interpretato. Sono stati probabilmente dei pionieri nell’ambito dell’animazione giapponese nell’utilizzo di prospettive esasperate, linee cinetiche e grand’angoli per una migliore resa dei gesti plastici dei loro personaggi. Sono stati tra i primi ad adottare soluzioni stilistiche particolari come colorazioni strane dei capelli (verde, blue …). Con il loro stile hanno contribuito più di chiunque altro forse a definire uno degli elementi più noti dell’animazione giapponese old style: gli occhi, lo sguardo. Ma tutte queste cose nelle loro opere più belle le hanno utilizzate con una classe ed una misura uniche.

Il loro lavoro, nel bene nel male, dipende dai punti di vista, ha influenzato non poco l’immaginario collettivo delle generazioni cresciute negli ultimi decenni del secolo scorso. Superfluo citare Goldrake, Rocky Joe, Cavalieri dello Zodiaco … somma, tanta roba.

… e Lady Oscar.

Questa non può certamente essere considerata una recensione: Una recensione propone, consiglia, informa. In questo caso non c’è nulla che vada proposto a qualcuno, nessuno che vada consigliato o informato. Questo è solo un mio personale apprezzamento a quella che considero una delle serie animate più belle se non la più bella in assoluto. Certamente è tra quelle che sono caratterizzate da una qualità media della resa grafica decisamente alta. Chi ha un po’ di dimestichezza con vecchie serie di anime, sa che nelle produzioni di lungo respiro (dai 20 episodi in su), per ridurre tempi e costi, venivano realizzati con una certa cura solo alcuni episodi, di solito il primo, gli ultimi e qualche episodio significativo nel mezzo, i restanti lasciavano un bel po’ a desiderare sotto l’aspetto grafico. Le volte in cui di recente mi è capitato di buttare l’occhio su qualche episodio di questa serie presente sul tubo, mi ha sempre stupito la resa grafica, sempre di alto livello. E il mio occhio di oggi, consumato in passato da ore di anime ed allenato da anni di scorribande su tavole di fumetti, è un giudice molto severo, al cui esame non sono passate moltissime delle serie di cui conservavo un bel ricordo.

Le matite di Araki e Himeno si direbbe abbiano danzato sul foglio nel realizzare sguardi, volti, cavalli, carrozze, ed i ricchi di divise e capelli. In passato ho anche letto il manga e posso dire che non c’è paragone, le caratterizzazioni dei due animatori hanno donato ai personaggi un una vita propria rispetto al manga, ed un fascino decisamente maggiore. È stato particolarmente curato anche il loro cambiamento fisico nel corso dello svolgersi della storia.

È anche una delle serie animate più innovative. In cui sono state utilizzate soluzioni come la divisione del fotogramma in quadranti stile fumetto (come l’immagine che ho utilizzato) per raccontare la stessa scena da punti di vista diversi in contemporanea. Sinceramente non ricordo cose simili in altre serie, non realizzate altrettanto bene almeno.

Sulla storia avrei da dire molto ma risparmio praticamente tutto a chi vorrà leggere questa cosa. Dico solo che a me ha sempre colpito il modo particolare in cui vengono sviluppati i rapporti tra i personaggi principali, soprattutto nella seconda parte della serie, in particolare quello tra Oscar e Maria Antonietta. Gli ultimi episodi poi, sono … non so sarò di cuore tenero ed animo malinconico … ma penso che siano una delle cose più belle realizzate nel campo dell’animazione.

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