Se si vuole accedere, magari per la prima volta, all'universo di Shintaro Kago, occorre essere preparati, e soprattutto servono avvertenze del caso.
Kago è tra i managaka più estremi e particolari in attività. Considerato tra i maestri dell'ero-guro, o fashionable paranoia, sottogenere artistico d'avanguardia che, nato negli anni '30 del Novecento, univa elementi di erotismo, nonsense, grottesco puro, gusto per l'assurdo di ogni tipo. Kago immette tutto questo nei suoi manga, che risultano opere underground fuori dagli schemi e portate all'eccesso.
Disgustoso, delirante, sgradevole; scorretto, osceno, pornografico, surreale. In una parola: geniale. Questo è Shine! La sfera di co-prosperità della grande Asia Orientale, probabilmente la sua opera più estrema in assoluto. E che racchiude in sé tutto quel che la satira deve essere.
Il contesto: la sfera di co-prosperità della grande Asia Orientale fu un progetto, poco conosciuto dai più oggi in Occidente, di espansione imperialistica del Giappone durante i primi anni '40, quando la seconda guerra mondiale era già in corso, per intenderci.
Kago prende questo pretesto per mettere in scena la sua personale ucronia e la sua visione sul tema. Che implica, quindi, riflessioni generali su tutto l'impianto ideologico alla base nonché sulla società giapponese dell'epoca. Impregnata di nazionalismo e patriottismo spesso fanatico.
Poche altre volte il patriottismo nipponico era stato disintegrato in questa misura, forse mai. Di certo non in questo modo, così caustico e feroce, dissacrante. La satira di Shintori Kago annichilisce l'idea stessa dello spirito patriottico, mettendo in ridicolo militari e, soprattutto, funzionari di quella grande potenza imperiale che (almeno nelle aspriazioni) era il Giappone prima della sconfitta. E in questo senso, porta anche a riflettere su quanto mortificante, di riflesso e conseguenza, fosse stata quella disfatta per un popolo abituato a sentirsi centro di un Impero, con ambizioni di supremazia e per il quale valori come onore e patriottismo erano sopra ogni cosa. Anche a scapito della razionalità. D'altronde certi valori assumono la forma della fede, che è sempre irrazionale e cieca.
In questi tempi di enorme retorica militarista, bellicista e patriottrarda, credo che un'opera come Shine! sia quanto mai preziosa e attuale. Ma non mancano frecciate memorabili contro la fobia tanto del comunismo quanto del liberismo. Una satira che apparrebbe quindi trasversale, perché punta in verità all'unico grande obiettivo del Giappone stesso. Il Giappone imperiale e imperialista.
Ma oltre a questo, Kago punta il mirino della sua satira anche verso un altro problema ciclico e fondamentale della società giapponese: il rapporto con le donne e con il sesso. Ed un aspetto intrinseco a tal proposito, è dato tra l'altro dalla paradossale censura: in Giappone infatti è tuttora presente un censura nella rappresentazione della sessualità e degli organi genitali. Per legge non possono essere rappresentati esplicitamente, e chi conosce un po' di cinema giapponese anche quello più estremo (come ad esempio un Visitor Q di Takashi Miike), sa che c'è sempre anche in quel caso una forma di censura grafica.
Quella giapponese è un società che ancora vive di tabù, e l'opera di Kago è spinta verso la distruzione di molti di questi tabù. Nelle sue opere ricorrono spesso cannibalismo, torture, stupri, coprofagia. La coprofagia, in particolare, pervade tutto Shine! in modo sempre alquanto disturbante ma che punta così proprio a destabilizzare e inorridire nei confronti della cultura misogina e militarista del Sol Levante. Una coprofagia quanto mai esplicitamente allegorica.
In Shine! gli esperimenti genetici, militari e sessuali vanno di pari passo, e rappresentano il lato oscuro di una società piena di eterne contraddizioni, pulsioni, complessi, perversioni. In bilico tra un attaccamento morboso alle tradizioni ed una voglia di libertà e modernismo. La struttura è episodica: diversi piccoli episodi di follia e aberrazioni, collegati tra loro dal contesto e dalle tematiche di cui sopra. Un ibrido, quindi, tra la struttura orizzontale del romanzo e quella verticale del racconto, a cui Kago è molto affezionato.
Kago, che tra le sue influenze ha maestri come Katsuhiro Otomo e Masamune Shirow, il cinema muto di Chaplin e Stanlio e Ollio, l'umorismo corporale di scuola Monty Python e, in generale, quello delle black comedy, può anche ricordare le teorizzazioni riguardo alle mutazioni carnali di Cronenberg. Che, d'altra parte, assieme al sopra citato Otomo e Lynch era stato la massima fonte di ispirazione per opere come Tetsuo di Shin'ya Tsukamoto.
Shine! è un manga sopra le righe, non sempre di facile fruizione, di certo non comodo nè rassicurante, ma senza dubbio un'esperienza sui generis che gli amante dell'estremo deve provare.
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