Un imprenditore, un uomo realizzato. Una vita ricca, una bella moglie che ami e dalla quale sei amato a tua volta, una donna che grazie a te può permettersi di non lavorare e di coltivare la sua passione per l'arte. Una bellissima casa, una barca, uno stuolo di amici sinceri che ti stimano. Un padre amato che si sta spegnendo in un ospizio di lusso. Una domestica straniera che paghi senza sfrutttare, e che rispetti perchè sei un uomo perbene, un capitalista illuminato.
Qualche pensiero, certo, chi non ne ha? Una figlia ribelle e un po' stronza che si è messa in testa di fare la "alternativa" a tutti i costi, che non ci pensa due volte a sputare sui soldi e su tutti i sacrifici fatti dai genitori, che si intestardisce a mettersi con ragazzi che non fanno per lei, che potrebbe avere tanto di più e tanto meglio.
Poi, come un fulmine a ciel sereno... Tutto cambia. I tuoi soci ti voltano le spalle, ti estromettono dall'azienda. E tu, che sei un uomo fiero, te ne vai sbattendo la porta e trovandoti di fatto in mezzo a una strada. Addio ristoranti di lusso, addio viaggi esotici. Gli amici perlopiù spariscono, e quei pochi che vorrebbero starti vicino inizi ad evitarli, perchè cominci a vergognarti... Come in un incubo, ti piombano addosso i conti da far quadrare, le bollette da pagare, i cento euro in più da tirare fuori in qualche modo, se no non arrivi alla fine del mese. Il desiderio che tutto questo sia solo un orribile sogno, la voglia di non alzarti più la mattina, a chiedersi cosa farai per arrivare a sera anche oggi, quando tua moglie tornerà a casa stanca morta dal call center, o da un brutto e malpagato posto di segretaria.
E la colpa di chi è? Puoi dare la colpa a te stesso? No. Al mondo? Non serve. E allora cominci a dare la colpa a chi ti sta più vicino, a chi ami. A quella stronza di tua moglie che fa tanto la superiore, adesso che lavora e pretende di mandare avanti la casa. E tua moglie se la prende con te, smidollato e lavativo, che non è più capace di trovarsi uno straccio di lavoro, che passa le giornate ad imbiancare le case dei vicini e a schiacciare le bottiglie di plastica. E lei, quanto credi che resisterà alle avances del suo capoufficio, uomo affascinante e comprensivo, che magari sarebbe capace di tirarla fuori dallo schifo in cui l'hai cacciata?
E quando tocchi veramente il fondo, quando guardi nello specchio e vedi uno straniero... Chi ti conforta, chi ti tende la mano? Gli insospettabili. I più umili tra i tuoi ex operai. Il ragazzo di tua figlia, quello che non faceva per lei, e fintanto che tu giudicavi e giudicavi i due hanno aperto un ristorante che va pure benino, sono felici e stanno tanto meglio di te.
Una discesa dantesca in un inferno fatto di case umili, con i muri sottili e i vicini che litigano e ascoltano la tv ad un volume insopportabile, di auto che si rompono senza i soldi per poterle riparare. E' un ritrovarsi fianco a fianco con persone che fino a poco tempo fa avevi guardato con sufficienza, avevi giudicato inferiori. Ed è un inferno vero, anche se qualcuno obietterà che c'è di molto peggio nella vita - ma questi due hanno perso uno status. Non c'è niente di tanto umiliante per un uomo quanto perdere un privilegio: perdere un diritto è terribile, ma perdere un privilegio è insopportabile.
Non è un viaggio dantesco completo, ma almeno possiamo assistere all'uscita dall'inferno, e ad un presunto ingresso in un lungo, faticoso purgatorio: almeno "usciamo a riveder le stelle". E guardando il cielo metaforico di un bellissimo soffitto affrescato si conclude il film, con marito e moglie finalmente mano nella mano dopo tanta sofferenza.
Bella prova recitativa sia di Margherita Buy, sia di Antonio Albanese in uno stato di grazia, che usa non solo il suo viso ma tutto il suo corpo come uno strumento accordato con perizia e passione. Un plauso anche a Alba Caterina Rohrwacher che mette in scena in modo convincente un rapporto ambiguo ma sanguigno con il padre-Albanese. Film consigliato.
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