Nel 1985 Sonny Rollins è già una leggenda vivente; ma per coloro che erano accorsi a New York City al Museum of The Modern Art, il concerto a cui avrebbero assistito già profumava di impresa.

   Sonny Rollins dimostra ancora una volta di essere l'indiscusso signore del sax tenore. Un concerto di solo sassofono live, Saxophone Colossus Parte Seconda. Quasi un'ora di improvvisazione pura.

   Una prova di immenso coraggio, prova di essere un vulcano di idee inesauribile, di avere una resistenza atletica invidiabile per compiere questa fatica immane.
Getti d'aria infocata passano a gran velocità in quel tubo di ottone, le guance si gonfiano, il collo si rilassa e si contrae, il sudure scende dalla fronte, le dita si rincorrono velocissime, la schiena si inarca per permettere un ultimo soffio; intanto la mente è rilassata, una situazione di pace interiore, gli occhi chiusi gli permettono di esplorare  suo mondo.

   Questo album lascia senza parole anche dopo decine di ascolti: vi sono presenti milioni di spunti, di idee, di discorsi completi o solo accennati, di viaggi tra Jazz, musica colta, musica popolare, Calypso ma, soprattutto un numero di citazioni eccezionale. Sono infatti le citazioni uno degli elementi più interessanti di questo lavoro; citazioni appartenenti soprattutto alla musica popolare americana, che denotano una cultura musicale sterminata. Da non dimenticare, però, anche i continui richiami alle opere dello stesso Rollins (tra cui una palesissima Alfie).

   Il timore di trovare quest'opera noiosa è assolutamente infondato. Il concerto risulta incredibilmente dinamico: le parti più melodiche e liriche si alternano alle magmatiche cascate di note, che portano il musicista ad esplorare tutti i registri dello strumento.

   Inoltre, come accade anche nei piano-solo completamente improvvisati, le prime note sono fondamentali. Neanche quì si fa eccezione; le prime otto note già preannunciano il capolavoro
A metà dell'opera il pubblico è ormai partecipe e protagonista della creazione musicale, lasciandosi andare ad applausi intermittenti, esclamazioni, urla.
E poi si arriva al gran finale con il battito delle mani che scandisce il tempo e con un Sonny Rollins sicuramente esausto, ma certamente intensamente soddisfatto per essere riuscito in questa ''colossale'' impresa. 

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