L'eredità di un capolavoro come FFVIII è pesante, pesantissima, soprattutto per me che ho amato in maniera quasi viscerale quel gioco e non aspettavo altro che mettere le mani sul suo degno successore, ma, fin dai primissimi approcci, mi è stato chiaro che "Final Fantasy IX" sarebbe rimasto un eterno secondo nella mia considerazione; certo, il sistema di combattimento e di gestione dei personaggi è decisamente più semplice e intuitivo del predecessore, la trama, seppur meno raffinata e ricca di sfaccettature è avvincente e ben strutturata, la grafica è migliorata e i filmati sono assolutamente spettacolari, anche più di quelli di FFVIII, la caccia ai tesori con il Chocobo, principale missione secondaria del gioco, è un piacevolissimo passatempo e il tema portante della colonna sonora, "Melodies Of Life" è anche più bella di "Eyes On Me", eppure FFIX resta inferiore rispetto al precedente capitolo sotto tutti i punti chiave: ad esempio, il mondo di FFVIII è un po' immaginifico ma in fin dei conti perfettamente plausibile, quasi parallelo, e questo è un elemento che aggiunge al gioco un fascino del tutto particolare, mentre quello di FFIX, complice anche lo stile caricaturale dei personaggi e la presenza di animali antropomorfi risulta essere palesemente fittizio e irreale, nonostante la presenza di svariate locations affascinanti come la città di Cleyra, la sontuosa reggia di Kuja, l'arcano pianeta Thera e il visionario Luogo dei Ricordi.

Il vero tallone d'Achille di FFIX è però la caratterizzazione dei personaggi, a partire dai due prim'attori: il ladro-gentiluomo Gidan, seppur simpatico, non ha lo spessore di Squall e la principessa Garnet è poco più che una copia sbiadita di Rinoa; peggio ancora i due principali comprimari, il cavaliere Steiner, utilissimo il battaglia ma decisamente troppo petulante e caricaturale come personaggio e il maghetto nero Vivi che, datemi pure dell'insensibile, è a tratti stucchevole come Jar-Jar di Star Wars; peggio ancora i "cattivi": l'obesa regina Brahne, l'effeminato Kuja e suoi tirapiedi giullari Zon e Son, che sembrano usciti da una festa in maschera e fanno davvero tenerezza se paragonati a Edea e Seifer. Nel complesso gli spunti migliori vengono da personaggi abbastanza secondari come la bambina-sciamana Eiko e le "cavalieresse" Freya e Beatrix, che come spessore caratteriale ed evoluzione nel corso della trama reggono benissimo il confronto con i personaggi di FFVIII.

Se poi si aggiunge che il gioco di carte (Tetra Master) è si semplice da imparare, ma decisamente meno tecnico e avvincente del precedente "Triple Triad", un po' come il rubamazzetto a confronto con il poker e che il boss segreto facoltativo in FFVIII è un gigantesco mostro chiamato Omega Weapon e qui una specie di pallina di gomma multicolore di nome Ozma ecco che il solco che divide i due GdR diventa una spaccatura nettissima, che però non pregiudica affatto la qualità di "Final Fantasy IX", che resta un'opera forse minore ma dignitosissima e piacevole, che, forse, presa a se stante meriterebbe anche 5 stelle per grafica e giocabilità, e che si è giustamente meritato un posto tra i miei cimeli insieme a "Final Fantasy VIII", che è al tempo stesso la ragione per cui possiedo FFIX e per cui forse non l'ho mai potuto apprezzare pienamente.

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