Per questa mia recensione ho deciso di tornare indietro col tempo a nove anni orsono, quando in occasione del mio decimo compleanno mio zio mi regalò un videogioco: si trattava di qualcosa di totalmente diverso da quello a cui ero abituato, e non solo perché nella confezione non c'erano ben quattro CD; soprattutto perché quel videogioco, "Final Fantasy VIII" della Squaresoft, dopo un primo impatto poco positivo, col tempo sarebbe diventato un vero chiodo fisso e, anni dopo, non prima di averlo finalmente completato in tutte le sue minime sfaccettature, una reliquia da conservare con tutti gli onori, in ricordo dei tempi spensierati della mia prima adolescenza.

Il videogioco, pubblicato nel 1999, è l'ottavo capitolo (il secondo su PlayStation) di una saga ben nota agli appassionati del genere, e rispetto agli episodi VII e IX si differenzia per lo stile realistico dei personaggi e delle ambientazioni, che spaziano dal moderno al futuristico. La trama del gioco è affascinante e ricca di colpi di scena: fondamentalmente si basa sulle vicende di un gruppo di ragazzi (i SeeD) cresciuti in una futuristica struttura a metà tra un college e un'accademia militare (il Garden) con il compito di intervenire in situazioni di guerra e riportare la pace: nella trama del videogioco questo compito li porterà ad affrontare situazioni e nemici di volta in volta più importanti e pericolosi, fino ad arrivare alla battaglia finale contro la malvagia strega Artemisia, in cui si deciderà il destino dell'intero pianeta. Potrei descrivervi tutta la trama per filo e per segno, ma così facendo la recensione diventerebbe lunga come un piccolo libro, quindi preferirei concentrarmi sui punti salienti che rendono questo gioco un capolavoro assoluto nel suo genere: per prima cosa i personaggi, ognuno con diverse armi e tecniche di combattimento e il proprio carattere ben definito: il solitario e scontroso Squall Leonhart, il bulletto spaccone Zell Dincht, il donnaiolo Irvine Kinneas, la saggia Quistis Trepe, la simpaticissima Selphie Tilmitt e infine la dolcissima ma determinata Rinoa Hearthilly, la cui storia d'amore con Squall è uno degli elementi fondamentali della trama del gioco, senza dimenticare i personaggi secondari tra cui spiccano la controversa e affascinante strega Edea e l'acerrimo rivale di Squall, Seifer Almasy. Un altro elemento di grandissimo fascino sono le ambientazioni, curate nei minimi dettagli, che spaziano da ambientazioni perfettamente assimilabili al "mondo reale" come le cittadine portuali di Balamb e Dollett, ad altre decisamente più grandiose e visionarie come la gigantesca e futuribile metropoli di Esthar o il bizzarro villaggio degli Shumi e locazioni inesplorate e spesso tane di nemici insidiosi come la Caverna di Fuoco, Tear's Point, la Torre di Shintora, il centro segreto di ricerca e infine il lugubre castello di Artemisia; l'atmosfera di ciascuna di queste locazioni e sempre opportunamente sottolineata da bellissime colonne sonore ad hoc, tra cui spicca il tema principale del gioco, "Eyes On Me", interpretata dalla cantate giapponese Faye Wong, una ballata forse un po' melensa ma di grande impatto.

Ovviamente nel corso delle loro peripezie i Nostri dovranno affrontare un gran numero di nemici, che spaziano da mostriciattoli insignificanti dalle sembianze di zanzara o piccolo scorpione ad una colossale e potentissima creatura chiamate Omega Weapon, passando per robot, zombie, chimere, piante carnivore, tirannosauri e draghi di ogni foggia e dimensione, e per sconfiggere tali nemici i personaggi si servono di un'amplissimo range di colpi, che spaziano dalle semplici armi (diverse da personaggio a personaggio) a magie di ogni tipo, anche se il piatto forte sono sicuramente i Guardian Force, creature dai poteri magici che possono essere invocate durante le battaglie, tra cui spiccano l'uccello del tuono Quetzal, la regina dei ghiacci Shiva, il demone della notte Diablos, il serpente di mare Leviathan, il micidiale drago Bahamut e soprattutto il colossale e devastante Eden. Tra i divertissement del gioco è impossibile non citare il divertente gioco di carte Triple Triad (che ricomparirà, con regole diverse anche nel successivo capitolo), mentre tra i difetti c'è da riscontare un meccanismo di potenziamento dei personaggi (il Junction) un po' cervellotico e di non facile comprensione, almeno all'inizio, ma questo non pregiudica affatto la qualità del gioco, che risulta essere un GDR avvincente, fuori dai canoni fumettistici del genere e di grandissima longevità, data la complessità della trama e la miriade di divertenti missioni secondarie, bellissima come ho già detto anche la colonna sonora e le spettacolari sequenze filmate che sottolineano gli avvenimenti salienti del gioco, facendolo così diventare un vero e proprio kolossal interattivo.

Alcuni considerano "Final Fantasy VIII" un episodio poco riuscito della serie, ma ovviamente io non sono assolutamente d'accordo: questo è il gioco che ha segnato un intero periodo della mia vita, che mi ha fatto divertire, fantasticare e anche un po' incazzare, a dire in vero, ma il solo godimento di aver potuto rinfacciare a mio fratello di essere riuscito a sconfiggere l'Omega Weapon e aver completato tutta la collezione delle carte di Triple Triad mi ripaga delle arrabbiature e del (tanto) tempo sottratto allo studio, quindi non mi resta che ringraziare sentitamente tutti coloro che hanno ideato e realizzato "Final Fantasy VIII", di cui ancora conservo gelosamente la memory card con le partite salvate, ad eterna testimonianza del mio completamento al 100% di questa meravigliosa video-opera d'arte.

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