Possono le parole di un registratore donare un nuovo senso alla vita? Può una persona analfabeta ritrovare nella lettura e nella scrittura, la fiamma di un nuovo ardore, la scintilla di una rinnovata forza vitale? A quanto pare si, o almeno in parte.

Stephen Daldry, l'acclamato regista di "The hours", dopo sei anni di "silenzio filmico" torna nel 2008 con il suo terzo lungometraggio: "The reader" è un adattamento del romanzo "Der vorleser" del tedesco Bernhard Schlink. Vicenda complessa quella che Daldry ha scelto per il suo terzo lavoro: l'avvocato Michael (Ralph Fiennes) vive in una spaziosa casa dall'arredamento "sbiancato", psicologicamente tormentato dal suo passato. Nel dopoguerra di una Germania ancora profondamente sconvolta dagli orrori del nazismo, egli conobbe Hanna (Kate Winslet), donna molto più grande di lui. Questo non impedì ai due di iniziare una relazione basata su sesso e letture: quelle che Michael riprende dalla scuola. Omero, Schiller, Cechov e altri autori si rincorrono tra i lenzuoli di un letto di una modestissima casa e le preoccupazioni di una famiglia restrittiva (quella di lui).

Da una base di questo tipo, che dal sentimentale passa con disinvoltura alla storia, al nazismo, all'analisini dell'antisemitismo, il film di Daldry non riesce mai a decollare del tutto. "The reader" ha come colpa principale quella di non riuscirsi ad inquadrare per bene: l'inizio lascia intravedere una improbabile storia d'amore in un periodo storico complesso, il proseguire del film getta ombre su tutto ciò e indugia sulla vita universitaria di un Michael sempre più distrutto dai dolori del passato. L'evento che porterà su binari completamente diversi la pellicola viene piazzato da Daldry a circa metà del percorso: Hanna altro non è che una ex funzionaria nazista accusata di crimini contro delle donne ebree. Michael, che per il suo corso di giurisprudenza si ritrova ad assistere al suo processo, si ritrova animato da due opposti sentimenti: rimane il legame sentimentale con la donna, adesso intaccato da un senso di riprovazione mai del tutto accettato. La difficoltà nel portare sul grande schermo tutte le emozioni che genera una storia di questo tipo vengono tralasciate da Daldry che non pago del soggetto che ha tra le mani si infervora nel cercare una fotografia adatta finendo per sbiancare tutto e rendere la Germania degli anni '50, una riproduzione sbagliata di moderno cromatismo. Questi colori slavati e "luminosi" fanno da contrappunto ad una storia che prima di tutto parla di dolore e sofferenza, dove ben poco spazio viene lasciato alla felicità. Altri appunti possono essere mossi anche ad un make up non proprio eccellente.

Oltre questi punti negativi, "The reader" si mostra anche per peculiarità di tutt'altro spessore: la sceneggiatura dell'uomo di fiducia di Daldry, David Hare, riesce nella non semplicissima impresa di supportare un lungometraggio di notevole corposità artistica e tematica. Inoltre altro punto a favore di The reader sta nella capacità di Daldry di far scaturire il meglio dagli attori a sua disposizione: ancora una volta in un suo film spadroneggia la figura femminile. Come era stato per Julie Walters in "Billy Elliot" e per Nicole Kidman in "The hours", quì la "governante" è Kate Winslet, vincitrice dell'Oscar proprio con questa interpretazione.

Stephen Daldry confeziona un film difficile. In esso si alternano temi come il perdono, il ricordo, la storia, la memoria, l'intreccio con la letteratura (già presente in "The hours") e una marcata (a tratti forzata) sentimentalità di base che può risultare anche mielosa. Pellicola coraggiosa che pur non risultando del tutto riuscita, conferma Stephen Daldry come uno dei cineasti più interessanti degli ultimi anni.

Premio Oscar 2009 alla miglior attrice protagonista (Kate Winslet).

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