Avete presente un vostro parente anziano, in salotto tutto solo, mentre beve camomilla e legge uno di quei libretti d'amore tedeschi detti anche harmony? Ecco, tu sei lì come ospite a casa loro e non sai che fare: la TV non sta trasmettendo nulla d'interessante (come al solito), ti sei dimenticato lo smartphone a casa, internet non esiste e non puoi nemmeno tentare la fuga dal temibile arrosto di cinghiale con patate lesse, robe da farti perdere l'appetito per una settimana.

Allora l'unico rimedio è leggere qualcosa, ma vedi solo tutti questi harmony disseminati in casa come fai tu con i Topolino, così ti fai coraggio e provi a leggerne uno. E dietro di te c'è tua nonna con gli occhi gonfi di pazzia e un'ascia in mano, ma mi sto dilungando...

La violenza cartacea di Stephen King si nota perfettamente nel suo "misery", un thriller psicologico, una critica al fanatismo estremo degli oggetti materiali. Lo scrittore di romanzi rosa Paul Sheldon passerà i giorni peggiori della sua vita in balia di Annie Wilkes, una pazzoide instabile mentalmente ed innamorata della saga di "Misery". Il più grande sbaglio che Paul possa mai aver fatto è stato quello di "uccidere" il suo personaggio di fortuna, che fa andare in bestia Annie, al punto tale da costringerlo a scrivere un altro romanzo per "resuscitarla", ma nel frattempo Paul è costretto a sperimentare ogni tipo di violenza, sia fisica (l'amputamento delle gambe per mezzo di un'ascia) sia psicologica.

Lo stile di Stephen King è inconfondibile: il tutto viene narrato con precisione, con alcune interruzioni "mentali" del protagonista, l'argomento della droga e della dipendenza attraverso la lettura (e non solo) è una metafora sulle reali esperienze che King stava provando in quel periodo.

E' uno degli apici narrativi dello scrittore del Maine, un libro freddo e dannatamente inquietante, come la tua nonna mentre legge gli harmony.

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