The Outsider è una mini serie tv tratta dall'omonimo libro di Stephen King.

Detto ciò, andiamo subito al nodo della questione: vi aspettavate qualcosa di più? Io no, per tutte e dieci le puntate mi è parso di vedere l'impronta del caro vecchio Stefanuzzo, l'autore che trasforma anche l'ovvio in oro! Un logico iter paranormale che si fonde, in modo ruffiano, con ciò che più è in voga al momento, vale a dire quello stile crime di cui non possiamo fare a meno. Sangue ne abbiamo? Si! detective e investigatori privati che devono fare i conti sia con i propri demoni interni che con... non mi va di spoilerare nulla! Abbiamo, comunque, anche quelli. Cosa manca? Forse una fotografia più inquietante avrebbe aiutato, anche se buona, avrei preferito qualcosa di più vintage, quello stile imperfetto che ti stimola un'indicibile quantità di fastidi emotivi atti a fare dello spettatore, miseria ladra, il critico cinematografico che non è ma che vorrebbe essere.

Ma basta sproloquiare, voglio parlare un po' dei personaggi. C'è questo detective, tale ralph Anderson, che a seguito del raccapricciante ritrovamento del corpo di un bambino, inizia ad investigare sulla dolorosa scia della precedente morte, questa non violenta, del figlio. Succede quindi che, la componente psicologica sofferente dell'uomo, influisce negativamente sulla buona riuscita delle indagini. Diciamo che fa un "burdello" esagerato e quindi si ritrova a dover arginare una valanga di merda attraverso metodi non convenzionali e, per far ciò, ci metterà praticamente tutte e dieci le puntate e, ovviamente, non da solo.

Abbiamo, tra i personaggi, ovviamente un presunto colpevole, la famiglia dello stesso, un avvocato difensore con le palle, un investigatore privato avvezzo alle non convenzionali maniere professionali e poi c'è Il Personaggio: Holly Gibney, un'altra investigatrice privata dai tratti particolari e che, inconsapevolmente, diventa il fulcro della storia. Cosa fa Holly? Scava e raschia bene nelle "prove", alquanto forvianti, e punta meticolosa alla risoluzione di un caso che UNICO non è. Si scopre una concatenazione di eventi che affonda le radici nella più pura ed essenziale forma di malvagità: il dolore come fonte di nutrimento e la paura altrui come forza rigenerante del male.

Il tutto si compone come se stessimo guardando un incontro di box dove, da una parte c'è il logico che non vuole arrendersi allo sfidante, dall'altra parte c'è quello che non trova risposte ugualmente, ma che ha deciso di puntare il suo attacco sul "se non capisco che succede allora rimetto in gioco tutto ciò in cui non credo".

Parte così il riconoscimento del vero Stephen King e, finalmente, ci mettiamo l'anima in pace smettendo di fare i detective col telecomando in mano: decide lui, punto e basta, non esiste prova del DNA, nessuna scientifica autopsia e scordatevi pure i luoghi tipici di una "confortevole" indagine.

Ve lo consiglio? Ma che ne posso sapere io? Se avete letto il libro magari potete farne a meno, ma diciamo che non è la serie tv che maledici dopo aver visto. Scorre bene, i personaggi sono accattivanti, Stefanuzzo c'è e se vi piacciono, ci sono anche i soliti boschi concimati a cadavere ammmericani!

Carico i commenti... con calma