George Lucas è sempre stato un "inventore". Così da giovane, trovando inadatte le cinture di sicurezza della sua automobile, decise di progettarne un tipo diverso da montare sulla sua vettura. Riuscì in effetti a installarle, ma non funzionarono a meraviglia. Per fortuna. Ebbe un incidente stradale e le sue cinture, non trattenendolo, non lo imprigionarono al suo sedile, evitando danni più gravi di quelli che ebbe, cioè delle ferite alle gambe che lo costrinsero a passare un periodo a letto. Ma non bastò il letto a trattenere la fervida fantasia di Lucas, regista in erba. Guardando un vecchio poster appeso nella sua camera, gli venne in mente la figura di un archeologo non solo professore universitario imprigionato dietro la sua scrivania, ma anche avventuriero alla ricerca in prima persona di preziosi reperti.

Nel 1977 George Lucas ha già pronta una sceneggiatura: il protagonista si chiama Indiana (come il suo cane) Jones, è professore universitario a Los Angeles nel 1936 e se la dovrà vedere contro i nazisti in una frenetica ricerca dell'Arca dell'alleanza, nella quale secondo la tradizione biblica sono custoditi i 10 comandamenti. Ma in quegli anni Lucas è impegnato nei film più importanti della sua carriera, la trilogia di "Guerre Stellari", così decide di rimandare la produzione del film al 1981, e di farsi aiutare alla regia dal suo vecchio amico Steven Spielberg. Per il ruolo di Indiana Jones venne scelto Tom Selleck, che non potè però partecipare alle riprese a causa del contratto alla CBS per Magnum P.I., così famoso nel ruolo dell'archeologo con la frusta divenne Harrison Ford. Curiosa la storia di Ford: inaspettatamente scelto come l'attore adatto ad interpretare Han Solo in "Una nuova speranza", ancora per un colpo di fortuna si ritrova a vestire i panni del dottor Jones, nell'altro ruolo per il quale è maggiormente ricordato.

Il film è piacevole, movimentato, e tratta con divertenti esagerazioni il rapporto realmente esistente tra il nazismo e l'occultismo, pratica che affascinava notevolmente Hitler. Indiana Jones per evitare che l'arca cada nelle mani sbagliate si fa aiutare da una sua vecchia "amica", Marion (Karen Allen), e dall'amico egiziano Sallah (John Rhys-Davies), ma sarà difficile tener testa alla potenza tedesca guidata da Rene Belloq (Paul Freeman), in grado addirittura di sfruttare le geniali intuizioni di Indy per arrivare all'obiettivo. Notevole è sicuramente il montaggio, per il quale il film vinse uno dei quattro oscar tributatigli, ma chiaramente lo sono anche le scenografie. La regia non entusiasma, almeno non quanto la caratterizzazione della sceneggiatura, che riesce a far capire sin dalle prime battute con quali personaggi si ha a che fare: Indiana Jones colpisce nonostante sia cinico, avido, scettico e pronto a tutto pur di arrivare al suo fine. Non credente, ma in maniera sempre enigmatica, ha fatto e probabilmente farà innamorare molti di sè. Da sottolineare la presenza di Denholm Elliott, un grande del teatro inglese. La colonna sonora merita sicuramente la citazione, ma di John Williams ormai neanche ci si stupisce più.

Il film è un cult-movie degli anni 80. Ha consentito alla premiata ditta Lucas-Spielberg di divertire il pubblico e di fare non pochi soldi, riuscendo quindi a far parzialmente dimenticare imprecisioni varie, nella regia e nelle scelte storiche. La figura di Indiana Jones rimane sicuramente importante, ma il tentativo di rivedere il cinema d'avventura d'altri tempi riesce solo in parte, soprattutto nel primo film di quella che sarà la fortunata trilogia di Indiana Jones.

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