Prendete una voce precisa, aerea, cangiante, espressiva, tenera. Una voce che sembra un petalo tanto è profumata. Una voce che non solo canta, ma anche sussurra in punta di labbra una poesia.
Prendete un pianoforte essenziale, il timbro di un clarinetto e delle percussioni molto "cool". Ma soprattutto prendere le parole di un grande poeta come ee cummings (rigorosamente minuscolo, come si firmava lui). Ne esce questo album.
Un jazz sui generis, limpido, cristallino, mai banale. E richiami d'oriente profumati di magia. Ma il vero magnetismo del disco è la fusione fra i testi di cummings e la musicalità essenziale di Susanne.
"Yes Is A Pleasant Country" è il primo fiore che sboccia in questo "April" musicale. "Love is a deeper season than reason" e in questa frase forse c'è tutto il senso da cui muove il disco. Dopo le parole di cummings, Susanne stessa si fa poeta. Su una straordinaria versione di "Ida Lupino" di Carla Bley, nasce un testo che è un capolavoro di dolcezza, forse il miglior brano del CD. ..."Blue what you is I no, tigers in the snow"... Ermetismo, voce espressionista e sognante.
Il clima si fa un po' più ombroso in "All I Need", un clarinetto e la voce che si imbrunisce come la luce al tramonto. Ma Susanne è voce versatile, e risfodera notevoli capacità orientaleggianti in "A.I.R. (All India Radio)". A questo punto, in una formula che oggi sta sempre più prendendo piede, compare "Seven - Somewhere I have never travelled, gladly beyond", una delle più intense poesie di cummings. Susanne non canta, ma rende comunque ancor più profumate parole come "Tu mi apri petalo a petalo come la primavera fa con le sue rose".
Se poi avete una ragazza con gli occhi azzurri, impossibile non dedicarle la successiva "Skies Maybe Blue; Yes"... perché, sì, i cieli possono anche essere blu, ma non saranno mai limpidi come gli occhi dell'amata (e come dargli torto quando siamo innamorati...).
"'Round Midnight" di Monk è reinventata in modo originale, a dimostrare che la ragazza non si spaventa neppure di fronte a grandi classici di tale portata. Ricompare a questo punto la poesia di cummings in "Maggie and Milly and Molly and May". Brano con un soffio ineffabile di malinconia, di una semplicità disarmante, dove una stella di mare compare su una spiaggia grigia come "una mano con cinque dita aperte". Si conclude con "Mane Na", a svelare di nuovo il lato mistico-orientale della vocalist svizzero-olandese. Da ascoltare, semplicemente. Sensazioni molteplici come la luce in un prisma. Ma tutte belle.
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