I Tackhead rappresentano una vera e propria pietra miliare nella storia della musica da ballo. Compirono la stessa operazione eseguita da Arto Lindsay e le sue commisture funky-latineggianti. Creare una musica da ballo che sia colta e sofisticata ma che allo stesso tempo possieda una carica primitiva, una forza esplosiva devastante.
I territori nei quali si aggirava il gruppo del New Jersey erano quelli del soul e del funky, con incursioni nel rap. Tutti generi musicali della tradizione nera, sfregiati da chitarrismi pesanti e da fasce elettroniche tipicamente bianche. Questa commistura donava al loro sound una forza, una potenza, davvero davastanti. Le scariche di adrenalina si succedono continue ad ogni brano, trascinando il corpo in una danza irresistibile.
Tutto gira intorno alla figura di Keith LeBlanc, personaggio storico della scena avanguardistica, che con i Maffia aveva affiancato il grande Mark Stewart del Pop Group in uno dei suoi mitici lavori da solista.
L'anima del disco sono infatti le sue percussioni trascinanti e la sua drum-machine incalzante. Friendly As A Hand Granade rappresenta forse il capolavoro del gruppo, risalente al 1989.
Si parte subito con le metalliche figure funky della chitarra che accompagnano una suadente voce femminile, immersa in un soul languido, mentre il ritmo invade il corpo impossessandosi delle sue membra... E' "Tell Me Truth The Truth". Non si ha nemmeno il tempo di rifiatare che un ritmo ancora più incalzante riempie l'aria, frastornato da continui disturbi elettronici e da sample chitarristici heavy-metal. La vera protagonista è sempre lei: una sezione ritmica impressionante per vigore e calore. E' "Mind And Moviment".
Questa volta il generso LeBlanc ci concede una meritata pausa. La sinuosa "Stealing" strizza infatti l'occhio al trip-hop, e rallenta la danza accarezzando le orecchie con un "lento" morbido e sensuale. La carica viene prontamante ristabilita dall'irresistibile inno da ghetto metropolitano di "Airborn Ranger", che innesta, su una batteria a tempo di marcia, strati di chitarre distorte, elettronica confusa e un basso funky sino al midollo.
Le sincopi dell' ironica "Demolition House", e la vellutata "Ticking Time Bomb", contesa tra scintille di chitarra e martellanti incursioni ritmiche di drum machine "pneumatica" completano senza appello il discorso.
Non c' è storia, questo è un disco mitico, da consegnare direttamente alla storia.
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