Proviamo. Ad andare ad un concerto di una band di cui non conosco nessuna canzone. So solo che il nome lo hanno preso da una t-shirt del padre di uno dei componenti della band, ritornato da un viaggio (suppongo da Tahiti nell'80, ha ha) e che sono francesi, come i Daft Punk e gli Air. Con i quali però non c'entrano nulla. I Tahiti 80 hanno apparecchiato il piccolissimo palco con una infinità di chitarre, tastiere e perfino un "rumorista" - come era tipico della scena baggy inglese - che ogni tanto suona anche una tromba (!). Chi non ricorda Cressa degli Stone Roses? I Tahiti 80 fanno un pop anni '60, senza pretese, e di sicuro hanno ascoltato anche i Charlatans, come dimostrano nella canzone che chiude il set. La voce in falsetto di Xavier Boyer è irritante, i loro capelli ricci (!) e lunghi (!) ancora di più. Quel che riesco a percepire dei testi è banale da squalifica, inglese scolastico e naive tipo "will you ever see me", "Don't waste your time" spiegato col fatto che il cantante, seppure pronunci bene nel cantato, non riesce a spiaccicare due (!) parole di seguito in inglese col pubblico, quando ci prova. Per l'appunto un francese. Sembra che siano adorati in Giappone. Appunto. PS mi sono totalmente indifferenti, antipatici, ma ammetto che tecnicamente hanno suonato benissimo, come da un disco. Brava manodopera, ma non onesta. Alla fine si sono impaccati da soli tutte le carabattole che avevano sparso sul palco, con efficenza ammirevole, un vero spettacolo (da 5/5).
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